“L’Art de L’Encontre”, Alghero felice con Gino Paoli e Danilo Rea.

“Due come noi che…” è l’inizio di un discorso che apre ragionamenti non definiti o senza fine. Una sorta d’ipotesi sospesa che non poteva rendere meglio l’idea di un incontro, un progetto musicale e artistico che da circa due lustri concede rinnovate emozioni nei teatri e nei luoghi italiani affollati dal pubblico puntualmente estasiato.

Atmosfera che si ricrea con straordinaria efficacia, avulsa da qualsiasi scaletta predefinita nella successione dei brani proposti, in linea con la cifra jazzistica insita nel profilo della coppia di Maestri, alle Tenute Sella & Mosca, in località I Piani (Alghero), nella serata del ventinove giugno. Gino Paoli e Danilo Rea sono protagonisti e artisti di quest’affascinante incontro, penultimo evento nel cartellone di JazzAlguer, rassegna promossa ad Alghero dall’associazione culturale Bayou Club Events per la direzione artistica di Palo Fresu.

L’evento che si consuma in una cornice ambientale davvero unica, vive di un incontro che diviene spettacolo consumando una commistione di elementi dove la voce di Paoli e la musica di Rea combinano visioni e viaggi più ampi, materializzando quasi, persone e vicende care, vive nei ricordi, note o meno conosciute, alla maggioranza degli spettatori presenti.

L’avvio del duo in ribalta, quasi in sordina con “La gatta”, in realtà stempera un prologo che va oltre la semplice presentazione della serata, con il mood già decollato per il pubblico allineato sulle quote alte di un intenso e piacevole pathos.

Ci ha pensato una speciale “assistente di volo” più che madrina o presentatrice.

Nessun’altra presenza poteva introdurre al meglio questa serata.

Lei che proprio lo scorso anno sulla stessa ribalta, aveva suggellato la prima edizione JazzAlguer con un altrettanto incantevole viaggio sonoro in coppia con Eugenio Finardi.     

Stanotte condivideremo una parte della nostra vita, abiteremo quella stanza del cuore che abbiamo destinato alla bellezza e a nient’altro. Quello spazio intimo dove non può entrare nient’altro se non tutti quei battiti, tutti quei palpiti che ci hanno fatto sentire anche solo per tre minuti e mezzo in uno stato di grazia!”

Franca Masu

Alcune citazioni riprese dal saluto denso di emozione di Franca Masu esprimono la condivisione di sentimenti e sensazioni vissute nell’incontro sonoro che si realizzerà di lì a pochi minuti, privo di artifici elettronici o scenici, ricco di tanta Umanità e Arte.

La prima emana forte nella vena oratoria di Paoli che non fatica nell’assegnare a ogni brano proposto, aneddoti e significati che riavvolgono il nastro del tempo sino agli albori degli Anni Sessanta, forieri di straordinari successi e compagni di viaggio.

Il tema della “terza età” o della vecchiaia è affrontato con un’ironica presa d’atto, quasi a volerla sbeffeggiare o a raggirarla con virtuosa filosofia. Che gli consente di fare ancora il suo bellissimo e poetico mestiere da sessanta anni.

Il rammarico che confessa senza alcun pudore è la “mancanza” di tante persone care, non solo congiunti dai vincoli di sangue (i genitori) ma tanti amici, colleghi “molto matti”, capaci di aver realizzato cose straordinarie. Riconoscendo in loro tanti doni preziosi ricevuti. Il tempo non li può portare via al pari di una vecchia foto sbiadita.

Da questi preziosi “Appunti di un lungo viaggio” (un album doppio edito lo scorso aprile che ospita ancora come compagno di viaggio Danilo Rea)

nascono omaggi e mirabili arrangiamenti dedicati ad autori immortali come Charles Trenet, Jacques Brel, Gilbert Bécaud, Serge Gainsbourg e Léo Ferré.

Altri successi del suo sconfinato repertorio (Che cosa c’è – Averti addosso) sono arrangiati in una forma intima e poetica dal sempre vicino pianista che lo segue in un modo speciale.

Ne conosce ogni passo o timbro vocale sin dalla realizzazione dell’omonimo album (Due come noi che… edito nel 2012), che al pari delle altre produzioni firmate dall’autorevole sodalizio, non sarà mai citato durante il concerto.

I tributi agli Amici lasciati in questo viaggio terreno esaltano la tempra semplice e riconoscente dell’artista ottuagenario nato a Monfalcone ma genovese di adozione.

Vedrai vedrai di Luigi Tenco, Il nostro concerto di Umberto Bindi, per citarne alcuni, strappano scrosci di applausi. Anche l’omaggio alla Canzone Classica Napoletana con un’interpretazione a dir poco “coraggiosa” di  Passione (scritta da Libero Bovio nell’anno in cui nasceva lo stesso Paoli) rende stellare la calda notte di Alghero.

Serate come questa sono straordinarie per tutti. Nostalgie e memoria del tempo trascorso declinano la Musica nel migliore e insostituibile respiro solidale.

JazzAlguer  saluterà l’epilogo della rassegna 2019 il prossimo sette luglio ancora in questa cornice incantevole alle Tenute Sella & Mosca.  Titoli di coda in chiave internazionale con il Bill Frisell Trio

 

 

    

Print Friendly, PDF & Email