La lettera di Gertrud. Lo stato dell’Umanità indagato da Bjorn Larsson.

“La vita è sacra, in senso laico, e inviolabile proprio perché ciascuno di noi ne ha una sola da vivere”.

Questa citazione tratta da una pagina dalla terza e ultima parte del libro, quella decisiva, attesta il richiamo forte che dà il senso compiuto all’intero romanzo.

La lettera di Gertrud, ultimo lavoro letterario di Bjorn Lasson, edito in anteprima a Stoccolma nel 2018 e dato alle stampe in Italia a inizio anno per i caratteri di IPERBOREA, è un opera inedita per contenuti e stile. Un unicum umanista rispetto alla produzione del più noto scrittore svedese presente in Italia che ha conquistato migliaia di lettori italiani grazie anche al suo rapporto intimo e viscerale per il mare e la narrativa (http://caratteriliberi.eu/2015/07/28/in-evidenza/bjorn-larssen-racconta-il-mare/ ) collegata.

Un “ibrido” come l’ha definito lo stesso autore che, con oltre quattrocentosessanta pagine ha realizzato un manifesto umanista sull’essenza del genere umano nel terzo millennio, aperto all’intera società cosmopolita di questi nostri giorni convulsi e dominati da un senso perenne di precarietà diffusa in tutto il globo.

Spargendo al vento le ceneri della madre, Martin Brenner, genetista e dirigente in carriera presso una società di ricerca scientifica, inizia a elaborare il suo rapporto vissuto con lei, appena terminatosi. Un idillio quasi frapposto da una cortina sconosciuta e inesplorata che gli inibisce un abbandono fisiologico e intenso al dolore del lutto.

Con la moglie Cristina, ottima ostetrica, che infonde il suo ruolo materno (Sara è l’unica figlia teen-ager, coccolata oltre misura dal papà) anche nei turni faticosi in ospedale, personalizzando talvolta le sofferenze estreme di alcune puerpere, Martin esprime l’icona di una famiglia occidentale della migliore media borghesia.

La scomparsa della madre Maria apre la vicenda con una verità sconvolgente che originerà un cambio radicale nella vita del protagonista, della sua famiglia e dell’intera cerchia di relazioni di amici, veri o presunti, parenti o colleghi.

Maria si chiamava in realtà Gertrud, per tutta la vita ha nascosto la sua vera identità al figlio, compresa la sua religione ebrea e il fatto di essere scampata ai campi di concentramento. Anche il padre biologico di Martin non è quello che immaginava, peraltro mai conosciuto. Queste rivelazioni sono comunicate a Martin tramite una lettera recapitatagli da un avvocato di fiducia. In questa missiva oltre la dichiarazione del vero nome, Gertrud, è contenuta la professione della propria religione ebraica, il fatto d’essere sopravvissuta ai genocidi dei campi nazisti e la mancata paternità dell’uomo con il quale ha convissuto che non era ebreo.

Mentre ebreo era il suo vero padre biologico e la conseguenza più dirompente il suo “essere ebreo”, poiché figlio di madre ebrea.

La consapevolezza di questa sorprendente nuova identità rappresenta uno spartiacque nella vita del genetista, inizialmente non valutata nella sua reale portata dallo stesso protagonista.

Inizierà quindi una nuova fase di studio sulle ragioni dell’ebraismo e dell’antisemitismo che condurrà Martin in un processo di dinamiche degeneranti e non più controllabili, rispetto al peccato originale di aver elaborato l’inaspettata vicenda in totale solitudine.

Dinamiche che evolveranno con una trama avvincente e porranno Martin catalizzatore mediatico di attenzioni e interessi internazionali di portata esponenziale rispetto alla sua vicenda personale. Intercettata dal sistema mediatico e da più lobby di poteri forti che lo renderanno un capro espiatorio perfetto per consolidare le guerre di religione e di genere in atto, rispetto a una comunità scientifica e antropologica mondiale, non sempre scevra da posizioni strumentali. L’epilogo del romanzo, reso ancor più sorprendente da un espediente narrativo dell’autore, ne rende un vero manifesto d’identità umanista aperto a posizioni più diverse e globali della nostra società contemporanea.

                       (fonte:  http://caratteriliberi.eu/2019/08/19/recensione-libri/la-lettera-di-gertrud/ )

 

La buona notizia diffusa nelle ultime ore sui principali social network annuncia il mini tour in Sardegna di Biorn Larsson che presenterà La Lettera di Getrud nel circuito letterario sardo Entula.  Lo scrittore svedese sarà sabato 24 agosto ad Alghero (Lo Quarter ore 22.00) nell’ambito della rassegna “Dall’altra parte del mare”

 

e domenica 25 agosto a Porto Torres , presso l’Antiquarium Turritano alle 19.00.  

 

 

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