Il Giornalismo capace di distinguere il bene dal male.

A Cagliari i giornalisti cattolici per i sessant’anni di UCSI.

“Non è facile essere fedele alla Verità di Tertulliano.”  L’incipit nel saluto di padre Francesco Maceri focalizza il vulnus del dibattito sul senso del giornalismo nella società

P. Francesco Maceri

contemporanea e globalizzata. Il preside della Pontificia Facoltà Teologicadella Sardegna ha avviatoil prologo al convegno organizzato lo scorso tre dicembre a Cagliari da UCSI Sardegna“Giornalismo capace di distinguere il bene dal male”il titolo per l’evento realizzatosi presso l’Aula Magna della stessa struttura universitaria di via Sanjust, in occasione del sessantesimo anniversario della nascita dell’UCSI.

Locandina Conferenza UCSI

L’assise promossa in collaborazione con l’Ordine dei Giornalisti della Sardegna, trae spunto (anche nel titolo) dall’udienza con Papa Francesco lo scorso ventinove settembre a Roma, riservata ai delegati regionali UCSI per la stessa ricorrenza del sessantennio.

I saluti di Andrea Pala, giovane presidente dell’UCSI Sardegna hanno avviato i contributi degli ospiti.

Andrea Pala Pres. UCSI Sardegna

Il preside della Facoltà Maceri, nel suo intervento riprende alcuni dichiarazioni del Pontefice rivolte ai giornalisti UCSI nella stessa udienza sopra citata. Sottolinea la “vocazionecomunitaria” del giornalista cattolico. Chiamato a esercitare in ogni caso quei principi deontologici aderenti alla verità dei fatti. –  “Le notizie false non generano coesione sociale.”–ricorda Maceri.  Così, citare l’enciclica Laudato Sì come una enciclica “ecologica” piuttosto che “sociale” appare una semplificazione riduttiva.

Accorati e istituzionali i saluti degli ecclesiali presenti in aula.

“Questo sessantesimo mi fa andare indietro con gli anni a Don Franco Peradotto a Torino. Giornalisti che hanno creato spazi di comunicazione. Hanno costruito un linguaggio. Pensavo alla lettera C che è l’iniziale dell’aggettivo cattolico. Questa lettera è diventata maiuscola. In una dimensione umana. Una visione completa, come cattolica come universale. Non solo per la persona umana.”.

Mons. Arrigo Miglio

  Così Mons. Arrigo Miglio, Arcivescovo di Cagliari che fra pochi giorni passerà il testimone pastorale della diocesi a padre Giuseppe Baturi rivolge il suo monito ai giornalisti presenti.

“Io penso al tema della Pace che comprende la salvaguardia del creato, del lavoro. Il cammino raggiunto e superato di UCSI è che abbiamo qualcosa da dire che forse ad altri manca. Consapevoli di portare qualcosa di buono di utile per il bene comune.”

Mons- Arrigo Miglio Mons. G.Franco Saba

Mons. Gian Franco Saba, Arcivescovo di Sassari, vescovo delegato della Conferenza Episcopale Sarda per le comunicazioni sociali, porta il saluto dei confratelli della CEI sarda.

Mons. G.Franco Saba

La vicinanza, la prossimità per un servizio essenziale. La comunicazione come un servizio alla persona. Il nostro ringraziamento va a tutti coloro che sono presenti nei vari aeropaghi della vita per la narrazione della Fede che s’interseca con tutte queste cose. Coloro che operano nella stampa attraverso il servizio di una mente che legge, che scrive.”.

Tocca a Francesco Birocchi, presidente Odg Sardegna, raccontare i primi sessant’anni di storia vera dell’UCSI.  Una narrazione puntuale, sintetica quanto efficace nei toni e nei richiami dei fatti salienti vissuti dai protagonisti della vita politica e del giornalismo italiano.

F. Birocchi Pres. Odg Sardegna

La nascita UCSI, il quattro maggio del 1959, trova antiche ispirazioni risalenti sino al 1894. Fu l’Opera dei Congressi sulla spinta di oltre venti testate d’ispirazione cattoliche e l’innovativa enciclica Rerum Novarum («Delle cose nuove»), promulgata nel maggio 1891 da papa Leone XIII ad avviare l’idea. Che trovò nuove sensibilità in papa Pio XIche il ventisei gennaio 1923, proclamò san Francesco di Sales, protettore dei giornalisti cattolici.

Denso di date e vicende il percorso storico riferito da Birocchi che menziona anche l’istituzione della Pia Associazione di San Francesco di Sales nel 1940. Iniziative propedeutiche che si svilupparono negli anni Cinquanta sino alla stesura di due documenti nel 1959. Quando alla presenza di duecento giornalisti con la guida di Giovanni Fallani nacque UCSI. Raimondo Manzini ne fu il primo presidente nazionale.  Il manifesto inaugurale si rivolgeva ai giornalisti cattolici e ai cattolici giornalisti. Una sottolineatura cara agli stessi promotori dell’epoca. Lo statuto provvisorio prevedeva un’assemblea e un direttivo. Cardini del movimento ecclesiale riunito in una associazione sociale. L’assemblea fondante si tenne a Roma il quattro dicembre 1960. La prima udienza papale con Giovanni XXIII ne avallò il mandato. Il Concilio Vaticano II che si avviò nell’ottobre del 1962 saldò un passaggio importante fra Chiesa e Informazione laica.

Francesco Birocchi Pres. Odg Sardegna

“Alcuni vescovi rimasero sconcertati per la visione di una Chiesa percepita come un insieme di fazioni avverse”– ricorda Birocchi. Che si sofferma sulla direzione nazionale più longeva, quella di Flaminio Piccoli, rimasto alla guida di UCSI per ventiquattro anni. Una lettura obiettivanei principi che ne ispirarono il mandato. Senza risparmiare più di un ragionevole dubbio rispetto ai perimetri di autonomia con il potere politico. In primis il non sempre abiurato collateralismo con la democrazia cristiana.

Gli anni recenti (inizio novanta), si consumano in una transizione delicata per l’intero Paese, attraversato dal ciclone Tangentopoli. La lunga stagione di veleni dominata da Mani Pulite ha riverberi nella stessa UCSI, riunita nel congresso di Viterbo del 1992 con un anno di ritardo.

Il dibattito dell’epoca metteva già in discussione l’eventuale abrogazione dell’Ordine dei Giornalisti. La situazione di UCSI vacillava anche per una precaria situazione finanziaria.  “Decidemmo che bisognava continuare” – insiste Birocchi con lucida memoria e legittima soddisfazione. Paolo Scandaletti fu eletto presidente, lo stesso oratore Birocchi ne fu il tesoriere. La presidenza Scandaletti segnò anni di una grande ripresa che registrarono anche il sostegno del Cardinale Tettamanzi.

L’approdo contemporaneo sino allo storico anniversario scorre veloce. Non senza ricordare firme prestigiose del giornalismo italiano avvicendatisi alla guida dell’Unione. Emilio Rossi dal 1999 al 2002 (Birocchi ne è il vice) e altri valorosi colleghi come Massimo Milone, presidente dal 2002 al 2008.  Sino alla attuale struttura con la presidenza di Vania De Luca e la presenza di un consulente ecclesiastico in ogni regione italiana.

Udienza UCSI Roma 29 settembre 2019

La video proiezione di alcuni trailer, tratti dall’udienza con Papa Francesco nella Sala Clementina dello scorso ventinove settembre, intervalla gli interventi, anticipandone l’epilogo.

Marco Tarquinio Dir. Avvenire.

 “Ho ascoltato con molta ammirazione il racconto del presidente Birocchi sulla vicenda dell’UCSI dentro la vicenda civile del nostro Paese.”Marco Tarquinio, direttore di Avvenire, avvia la parte conclusiva del seminario. Dalla nascita del quotidiano CEI nel 1968, stagione del post concilio, l’attuale direttore traccia un profilo dei primi cinquant’anni della testata, votata principalmente a promuovere iniziative”contro corrente”.

“Il Papa ci chiede di essere contro corrente. Lo dice anche ai giornalisti.” – esorta il cronista originario di Foligno, direttore di Avvenire dal 2009, dopo avervi prestato servizio da capo redattore sin dal 1994, avendo lasciato la guida della redazione politica al quotidiano romano Il Tempo.

La ricerca della Verità rispetto ai tempi vorticosi e volatili del consumo della notizia sui canali digitali è un punto dirimente. La scelta di”qualcosa di buono da portare agli altri” rispetto ad“arrivare primi con le parole vuote” è la via dichiarata e scelta da Tarquinio.

Eloquente il richiamo al Pontefice: “Il Papa parla ad UCSI: attenti alle parole vuote, parlate con le parole vere.”

Altro stile fuori dal coro rivendicato nei risultati positivi e in contro tendenza nella crisi profonda dell’editoria nazionale (Avvenire si attesta nei primi cinque quotidiani nazionali), il “coinvolgimento” nelle notizie. La capacità difarsi toccare dalle storie raccontate sdogana con garbo e responsabilità quel monolite sacro della oggettività. In nome del quale si può essere spesso manipolatori di un determinato fatto.

Marco Tarquinio Dir. Avvenire

La vicenda del piccolo campione di scacchi, Ahmed  (https://www.avvenire.it/attualita/pagine/ridateci-il-piccolo-campione ) nel vicentino, rilanciata da tante altre testate è un segnale chiaro

Tarquinio, sul caso del bambino che non è cittadino italiano ( “poteva esserlo se veniva approvatolo Ius Culturae”), riprende la sua direzione di Avvenire.“Fare un giornale è qualcosa di diverso. Mettere non solo un palinsesto di notizie, ma dare un giorno della vita del mondo nelle mani di chi si fida di te. Costruire uno sguardo sulla realtà.”

Una parte importante della depressione imperante che avvolge da anni il Paese dipende dalla narrativa prevalente. Un sistema informativo dove oltre il 54% delle notizie è di cronaca nera.

Marco Tarquinio Franesco Birocchi

Chiude la sua intensa relazione ricordando le sollecitazioni di Papa Francesco: “la vostra agenda la dettano i poveri, gli ultimi, i sofferenti.”.  Con la cifra del suo quotidiano, “rispetto, gentilezza, decisione”, riprende l’eredità dei giornalisti dalla “schiena dritta”. Da Raimondo Manzini al beato Edoardo Fogarini, morto in un campo di concentramento dopo aver salvato la vita ad oltre cento ebrei.

E’ Alessandro Zorco, componente della giunta nazionale UCSI, a chiudere le relazioni prima degli interventi dalla sala. Il giornalista cagliaritano delinea le attività in corso dell’associazione presieduta dalla collega Vania De Luca. Ne ricorda i buoni auspici ricevuti dal Presidente Mattarella. Parole più che incoraggianti, scelte per aprire il numero della rivista Desk, dedicata ai sessanta anni di UCSI. L’attuale giunta UCSI formatasi a Matera nel 2016, si rinnoverà nel prossimo congresso che si terrà probabilmente nell’aprile 2020. Ancora non definita la sede. E’ confermata l’intenzione di proseguire la formazione rivolta ai giovani. Dando un senso etico e profondo alla professione coinvolta nel processo di riconversione digitale. In quest’ottica l’UCSI ha aderito all’uso di parole non ostili. “In questo congresso daremo seguito al mandato del Papa con l’esortazione a raccontare le buone notizia. Le notizie che generano amicizia sociale. E non odio come la prassi nella Rete.”  – ha concluso Zorco – ricordando anche la rivisitazione grafica del portale on line (http://www.ucsi.it/ ) e lo speciale Desk dedicato al lavoro con la settimana sociale realizzatasi a Cagliari nell’ottobre 2018.

Dalla lunga esposizione di una serata ricca di contenuti importanti, l’intervento che rimane scolpito in chi scrive questo racconto, è senza dubbio l’esperienza di Giovanni.

Un collega non più giovanissimo con tante competenze acquisite nel giornalismo.

Si definisce “una partita iva”.

Un’espressione pregna di solitudine accompagnata alla descrizione della propria vita lavorativa composta di un puzzle di collaborazioni necessarie per sopravvivere. Il dubbio latente che quel lavoro svolto possa anche includere il “giornalismo” di cui si è parlato per circa due ore.

Un intervento sicuramente prezioso e illuminante dove la Dignità della Persona e l’Umanesimo fortemente implorato da Papa Francesco trovano anima e corpo ogni giorno, nonostante la pervasiva globalizzazione del profitto. Un’esternazione sincera quanto reale coerente al documento inchiesta sullo stato del giornalismo sardo realizzato da UCSI Sardegna nel 2018

( https://www.laltraribalta.it/2018/05/21/il-giornalismo-in-sardegna-losservatorio-dellucsi/ )

Alessandro Zorco UCSI

con la cura dello stesso Zorco.

Il saluto del direttore Tarquinio auspica il passaggio, forse un ritorno “dal social network comunity alla comunità umana.

Il tempo, e non solo, darà i riscontri a questa ennesima sfida.

 

 

 

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