Sotto il segno di Antonio Canova. A Sassari gli incontri in Accademia.

Con il secondo seminario tenutosi all’Accademia di Belle Arti Mario Sironi, lo scorso ventisei aprile, si sono completati gli interventi di approfondimenti sull’opera di Antonio Canova e le sue ricadute nelle accademie italiane con un riflesso importante nella scultura in Sardegna. Dopo il primo appuntamento del dodici aprile (https://www.laltraribalta.it/2018/04/12/sotto-il-segno-di-antonio-canova-a-sassari-gli-incontri-in-accademia/) i docenti sassaresi promotori delle conferenze, Claudio Gamba e Giorgio Auneddu Mossa, hanno mirabilmente introdotto le relazioni di quattro colleghe addette ai lavori, protagoniste nel rivisitare un affascinante e puntuale viaggio dal Seicento ai giorni nostri, in quattro diverse ed eccellenti tappe, ricche d’informazioni e immagini ad alto contenuto formativo e divulgativo.

Nell’introdurre i lavori, Claudio Gamba ha ricordato il “vero elemento unificante” nella presenza dei gessi che identificano le Accademie di Belle Arti Italiane, definendoli ponti fra il passato, l’arte e la didattica.        

Nel primo intervento, Orietta Rossi Pinelli, già professore ordinario di Storia della critica d’arte presso l’università La Sapienza di Roma, ha percorso con una puntuale narrazione storica, l’evoluzione dei calchi in gesso, la diffusione dei relativi modelli culturali nella realizzazione dei manufatti grazie alla decisiva propulsione creativa di Antonio Canova.

Maria Paola Dettori, responsabile di area per il patrimonio storico artistico, referente presso la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le Province di Sassari e Nuoro, ha illustrato alcune ipotesi d’intervento concernenti il restauro e le procedure di conservazione di alcuni monumenti ottocenteschi presenti in Sardegna, evidenziandone gli aspetti legati alla coerenza liturgica rispetto ai manufatti originari in diverse antiche chiese dell’isola.

Antonella Camarda, docente di Storia dell’Arte Contemporanea e Museologia dell’Università di Sassari, formatasi anche lei a Roma presso l’Università La Sapienza, specializzatasi con una borsa di studio nel preminente ambiente canoviano dell’Accademia di San Luca, ha descritto il percorso con la luminosa carriera artistica di Costantino Nivola a Pietrasanta. La docente, nata a Nuoro, classe 1979, ha sviluppato la ricerca della forma, le innovazioni delle materie, adottate dall’artista futurista, nato a Orani nel 1911 e scomparso a Long Island nel maggio 1988. Una scoperta originale, quella di Nivola, quinto di dieci figli di un muratore, capace di elevare il cemento a “nuova funzione umanistica dell’arte e della scultura”.    

Da sx: G.Auneddu Mossa C. Gamba O. Rossi Pinelli

L’epilogo delle relazioni, non meno ricco di conoscenze e curiose incursioni nell’arte contemporanea con l’esperienza di Giulio Paolini (Genova 1940), si compie nell’ultimo contributo di Vania Granata, docente all’Accademia di Belle Arti a Sassari. Nella proposta di alcune opere dell’artista ligure, la prima creata nel 1960, la relatrice chiarisce il concetto di “elegia”, applicato in nuove forme e tecniche di riproduzione, avanzate con materiali inediti come il cartongesso.                    

Il dibattito conclusivo con gli studenti presenti in aula magna, moderato da Giorgio Auneddu Mossa, conferma il vasto e ricco patrimonio di opere e conoscenze che insiste nella storia dell’arte italiana. L’avvicinamento e lo scambio di esperienze fra le varie competenze provenienti dai settori di riferimento: le accademie di belle arti, le soprintendenze, i poli museali, gli atenei universitari sono uno straordinario circolo virtuoso che può fare la differenza nella formazione di nuovi profili artistici e professionali che elevi la coscienza e la consapevolezza nazionale, custode d’irripetibili patrimoni artistici.

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