Gli Amici di Emilio. Il sogno compiuto di Graziella Monni.

Le cose belle sono difficili.” La chiosa di Graziella Monni che riprende una citazione dai Dialoghi dell’amato Platone, chiude in una cifra essenziale, le note di ringraziamento al suo primo romanzo.

Gli Amici di Emilio, in uscita da alcune settimane con Mondadori editore, appare come un sogno compiuto che fonde, con una pregevole scrittura distribuita in ventotto intensi paragrafi, aspettative e sentimenti umani. Esternati con una struttura poetica narrativa di struggente finzione. Ispirata dalle drammatiche vicende storiche del Novecento italiano, interpretate da altrettanti protagonisti che ne segnarono i destini.

Brivido. E’ la prima parola utile con la quale – penso – si possa esprimere in un sostantivo, la lettura di Graziella Monni. Un brivido di piacere che pervade i sensi del lettore. Tenendolo attaccato alla sequenza delle pagine con picchi di adrenalina in alcuni passaggi salienti della narrazione. Che evocano per alcuni aspetti una sospensione emotiva simile a quella vissuta nei migliori romanzi noir.

La vicenda muove le trame negli anni lucenti, in realtà tenebrosi e sanguinari del ventennio fascista. La promulgazione delle orribili leggi razziali è accolta con un misto di sconcerto e imbarazzo sulle reali norme di attuazione anche in alcuni quadri italiani dall’animo retto e dal volto umano. Riconoscibili in pochi distinti profili nell’establishment del Duce, solidale al regime nazista di Hitler.

E’ il caso di Giovanni Lai, avvocato sardo, fine giurista di specchiata rettitudine.

Per questo, nominato Podestà a Corilè. Fantasioso il nome dato dall’autrice, al piccolo centro nell’entroterra cagliaritano. Il suo unico figliolo, Filippo, è un brillante ragazzo, cresciuto nei sani valori di famiglia che, naturalmente, assurge a riconosciuto leader carismatico nel suo piccolo gruppo di amici. Tutti oppressi sotto il giogo della tirannia della dittatura, obbligati al culto e alla devozione del fascio e della propaganda di regime imposta da Roma.

La composita sestina di giovanissimi sodali include anche Francesco, figlio di Bobore-Lenin, granitico muratore comunista con, a carico, una numerosa e poverissima famiglia.

Con Salvatore, futuro parroco del paese e una coppia di gemelli, anch’essi figli di fieri antifascisti, rinsalderanno il sodalizio frequentando periodicamente il saggio zio Efisio Mallu.

Reduce dalla grande guerra e soprattutto amico di Emilio Lussu, Mallu formerà la banda di giovani mutandola negli “Amici Di Emilio”, pronti a incarnare i sentimenti e le idee dello scrittore sardo, confinato ed evaso da Lipari, esule all’estero. Con la mediazione del fidato didascalo, gli Amici di Emilio, avvieranno una corrispondenza epistolare con il loro venerato Maestro.

Sarà questo fervore democratico che richiamerà qualche anno dopo nel piccolo paese le attenzioni della struttura investigativa di regime con l’invio addirittura di un agente dell’Ovra, pronto a indagare sulla presenza e le attività dei dissidenti. Puntando gli sguardi malevoli  proprio su Filippo figlio del Podestà. Le pagine e i paragrafi che seguono compongono scenari compositi del potenziale umano. Declinato in una contrapposizione di profili e sentimenti descritti con un’autentica visione storica.

Pronta a replicarsi nella nostra società contemporanea con un filo eloquente di torbida continuità. Non spezzato, purtroppo, rispetto alle vicende vissute e patite nel ventennio fascista italiano.

Le peggiori dinamiche di quel periodo storico, diffuse su tutto il territorio nazionale con le orribili pratiche della delazione e dello squadrismo violento dei torturatori, avvezzi alle  purghe da olio di ricino, s’incontrano (o s’impongono) con l’atmosfera autoctona della piccola comunità isolana.

La scrittura è sciolta e scorrevole. Coinvolge e illumina visioni tipiche che richiamano luoghi esplorati anche da illustri autori sardi contemporanei come Salvatore Niffoi e Marcello Fois. Le rappresentazioni di alcuni eventi naturali quanto ineludibili sono fortemente simboliche. Così la scomparsa prematura di uno dei giovani “amici di Emilio”, con la relativa sofferta e unanime partecipazione della comunità ai riti funebri, è corroborata da una pioggia scrosciante. Persistente come una sorta di purificazione per una terra comunque sporcata dal sangue di una guerra sempre umanamente assurda. Foriera di tradimenti e prevaricazioni a vantaggio degli infami invasori.

Senza dimenticare il valore aggiunto per l’attaccamento e il senso di condivisione alla vita e all’opera di Emilio Lussu profuso dall’autrice. Come mirabilmente testimoniato nelle note di ringraziamento che terminano questo pregiato testo.

Parafrasando il titolo del romanzo, potremmo idealmente includere Graziella Monni, al pari di altrettante eccellenti scrittrici contemporanee, anch’esse impegnate nell’insegnamento e nella formazione delle generazioni future (penso a Milena Agus come Elisa Ruotolo o Valeria Parrella) in rinnovate e speciali “Amiche di Grazia”.

Graziella Monni.
Fonte : ufficio stampa Entula.

Seppur lontane dai riconoscimenti di un premio Nobel, munite, analogamente alla più nota scrittrice nuorese, del rigorose amore per l’attaccamento e la trasmissione della migliore letteratura italiana.

Concludiamo queste riflessioni ricordano che Graziella Monni, introdotta da Nicolò Migheli presenterà “Gli amici di Emilio” nel prossimo fine settimana in occasione della quarta edizione del Festival 3L di Silius. Il Festival dei Libri del Lavoro e delle Libertà è organizzato dal Comune in collaborazione con l’associazione Lìberos (https://liberos.it/) e col festival Éntula – http://entula.liberos.it/ -.

L’appuntamento è a Silius, domenica sei settembre alle 17.30 in Piazza Giovanni XXIII presso casa Lecis. 

Festival 3L Silius.
Fonte : ufficio stampa Entula.

 

Buona lettura.

 

Print Friendly, PDF & Email