Anche se il tempo passa…rifulge Lucio. Patrimonio universale di arte e umanità.

“Oggi , mi ritrovo con due anime : quella nordica (ordinata, efficiente, futuribile, perfezionista, esigente verso se e verso gli altri) e quella meridionale (disordinata, brada, sensuale, onirica, mistica).”

La citazione, espressione d’animo fervente in continua evoluzione, coglie l’essenza coinvolgente di un ambiente straordinario. Riprodotto con un percorso biografico, umano e artistico che abbraccia la storia di un secolo irripetibile.

Visitato dall’estro di una personalità ecumenica. Irripetibile.

Proiettata oltre la sua assenza terrena in una presenza bidimensionale e non convenzionale.

In un universo planetario di linguaggi e codici comunicativi, arti e suoni, sentimenti e identità di genere. Condivisi in un’armonia senza precedenti. Una osmosi contaminata da più stili e sentimenti diversi, apparentemente incongruenti.

Difficile esprimere le sensazioni emotive, il retrogusto interiore all’uscita del Museo Civico Archeologico di Bologna (http://www.comune.bologna.it/museoarcheologico/) in Via Dell’ Archiginnasio.

L’antico stabile ospita dallo scorso 4 marzo sino al prossimo 17 luglio, la mostra (termine esemplificativo, se non riduttivo) dedicato alla vita, all’opera di Lucio Dalla, in occasione del decimo anniversario della sua scomparsa.

“Lucio Dalla. Anche se il tempo passa…”, questo il titolo dell’ iniziativa, è un memoriale contemporaneo di storie importanti. Consumatesi con la vita terrena di Lucio Dalla, insieme con tanti suoi congiunti e interlocutori. Amici cari e fraterni, colleghi musicisti e non.

Oltre centinaia di profili istituzionali, esponenti nel mondo dello spettacolo, del giornalismo, di culture laiche e religiose.

Una varietà di personalità emergenti in tante immagini, ricordi e cimeli. Sapientemente distribuiti e offerti al passaggio dei suoi estimatori. Probabilmente quelli sconosciuti,  maggiormente affezionati alla sua persona, al suo carisma.

Capace di rapire l’attenzione dell’orecchio musicale. Ancora più di prendersi cura, non solo degli ultimi. Ospitati spesso nella sua casa bolognese.

La nostra domenica bolognese, l’ultima di marzo, insolitamente invernale e umida di abbondanti piogge sospese, inizia inevitabilmente con lo struscio in via d’Azeglio.  

Nell’austero androne di Palazzo Fontana al civico 15, la targa stilizzata in bella posa ci ricorda che l’attesa emozione di varcare la soglia della sua dimora (sulla pulsantiera del citofono è associata al nome del Cav. Domenico Sputo) durerà ancora a lungo. Almeno sino al prossimo soggiorno felsineo. Coincidente magari con una nuova apertura della casa.

Attuale museo nella disponibilità della Fondazione Dalla.  Lo stesso ente privato ha contribuito a realizzare la curatela al Museo Archeologico con Alessandro Nicosia.

Un’opera omnia promossa dal Comune di Bologna con il patrocinio della Regione Emilia Romagna, inaugurata il quattro marzo 2022, nel settantanovesimo anniversario della nascita di Lucio.    

Avvenuta a Bologna.

 “In quegli anni era un luogo magnifico in cui diventare uomini prima e artisti poi. Dopo le devastazioni della guerra, la città si stava rimettendo insieme, risorgendo dalle rovine materiali e morali del conflitto, sempre animata dal carattere istrionico, godereccio, beffardo dei suoi abitanti, che la feroce dittatura ormai tramontata non era riuscita a spegnere.”

Come descritto in uno dei pannelli didascalici allestiti nei locali del museo che ci accompagnano in questo straordinario itinerario.  

Difficile scindere il suo vissuto privato, certamente decisivo, dalla sua personalità pubblica.  Nota in mezzo mondo, grazie al suo genio umano, artistico.

“Figlio di un commerciante di olio (e direttore del tiro a volo) e di una modista, l’infanzia serena di “Briciola”, come era soprannominato affettuosamente, viene interrotta dalla morte improvvisa del padre, quando lui aveva solo sette anni. Più volte il cantautore ha ricordato il momento in cui la madre lo informò come meglio poté dell’accaduto e la sensazione che nacque dentro di lui di essere diventato il capo famiglia, che lo portò a rassicurare la donna, comprendendone il dolore e facendosene carico.”       

Improbabile spoilerare i contenuti di un’esperienza da “vivere in presenza” a Bologna in questa prima edizione. Il lavoro di raccolta di oggetti, reperti, strumenti musicali e di lavoro, accessori, abiti e documenti, vissuti e consumati nella vita terrena di Dalla, è immenso.

Coinvolge la partecipazione, i contributi di molte persone, amici fraterni e non solo, che hanno condiviso esperienze, sentimenti, progetti comuni con Lucio, la sua quotidianità, il suo lavoro, le sue idee. Spesso fissate nero su bianco con una grafia veloce su fogli sparsi.

 Pensieri concitati, corretti, abbondanti di scarabocchi e ghirigori.

Prolifici di parole e abbreviazioni tramutate in più occasioni nelle bozze di alcuni brani. Divenuti capolavori dalla portata universale.

Fra i vari strumenti musicali esposti, il clarinetto e il sassofono rimandano nella memoria storica della città natale, gli albori della sua ascesa musicale. Nel vivaio jazz cittadino con i suoi concerti nelle rassegne del jazz emiliano.

Fra poche settimane proprio a Bologna dal diciannove maggio sino a domenica ventidue, si riuniranno in una importante kermesse culturale, gli Stati Generali del Jazz Italiano.

Una manifestazione che sicuramente avrebbe reso felice e, protagonista con la sua presenza, l’autore de L’anno che verrà.

Tanti gli indumenti. Alcuni completi utilizzati in scena: nei concerti o nei molteplici progetti televisivi. Splendidi alcuni firmati da Giorgio Armani. Ventate d’intime emozioni di fronte ad alcuni oggetti della sua casa. La sua macchina da scrivere. Alcuni giocattoli della sua infanzia: una splendida riproduzione in legno di Pinocchio.

Un’allegra leggerezza pervade gli astanti dinanzi alla grande teca che riunisce la varietà di copricapo usata dall’artista insieme a svariati paia d’occhiali. Accessori familiari a tutti coloro che l’hanno visto almeno una volta nella loro vita,  

Anche se il tempo passa… rimane un patrimonio di formazione che si rinnova nel tempo.

Saremo ben lieti di rivivere nuove emozioni nella edizione autunnale che si terrà a Roma.

Goderne ancora le repliche in programma il prossimo anno in occasione dell’ottantesimo anniversario della nascita, a Napoli e Milano.

Senza dimenticare il prezioso volume catalogo, curato dallo stesso Alessandro Nicosia, edito da Skira. Ve ne daremo conto appena terminata la lettura con la prossima visita nella capitale.

Sicuri e fiduciosi in uno dei suoi migliori e veritieri refrain:       

“Tutta la vita. A far suonare un pianoforte. Lasciandoci dentro anche le dita.

Su e giù o nel mezzo a una tastiera. Siamo sicuri che era musica.”

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