I neo Cardinali di Papa Francesco per rinnovare la Chiesa Italiana. L’Arcivescovo di Bologna, Cardinale Matteo Maria Zuppi nominato presidente della Cei. Mons. Arrigo Miglio, Arcivescovo emerito di Cagliari, neo porporato nel collegio dei Cardinali.

“A nome di tutti i Vescovi sardi, esprimo profonda gratitudine a Papa Francesco per aver voluto associare al Collegio dei Cardinali monsignor Arrigo Miglio, Arcivescovo emerito di Cagliari.
Il suo episcopato in Sardegna, prima a Iglesias e poi a Cagliari, dopo essere stato Vescovo di Ivrea, ci ha permesso di conoscerlo e apprezzarlo, eleggendolo sul campo “uno di noi”.
Sia come Pastore, sia per l’umanità che ha dimostrato servendo e amando le nostre Chiese, oltre che come presidente della Conferenza Episcopale Sarda, ha evidenziato  una forte sensibilità per i temi non solo ecclesiali ma anche sociali della nostra terra.
Accompagniamo con gioia e nella preghiera la scelta del Papa, confidando che mons. Miglio, che da tempo ha scelto di rimanere in Sardegna, continui a tenerla nel suo cuore di cardinale.”

Mons. Arrigo Miglio con Papa Francesco. Cagliari 22 settembre 2013

La nota diffusa da Mons. Antonello Mura, presidente della Conferenza Episcopale Sarda, all’annuncio di Papa Francesco (lo scorso ventisei maggio) del suo prossimo Concistoro, l’ottavo, fissato per il prossimo ventisette agosto che ordinerà ventuno nuovi Cardinali, coincide con la conclusione dei lavori della settantaseiesima Assemblea Generale della CEI (Conferenza Episcopale Italiana).      

Un’assise decisiva che ha sortito la nomina (decisa dal Santo Padre fra una terna di eletti) del nuovo Presidente, il Cardinale Matteo Maria Zuppi, già Arcivescovo di Bologna.   

S.E. Cardinale Matteo Maria Zuppi Fonte: www.chiesacattolica.it

(https://www.chiesacattolica.it/il-card-matteo-maria-zuppi-e-il-presidente-della-cei/ )

La sensazione, condivisa da un’ampia rassegna stampa nazionale, nel registrare una importante azione riformatrice nella Chiesa Italiana, ancora più nello sforzo di adeguarne la struttura gerarchica ad una adeguata visione della presenza socio pastorale nella società contemporanea, non necessita di ulteriori approfondimenti.

Un approccio esauriente per intuire la portata di questo evento è evidente nella prima conferenza stampa presieduta dal neo presidente Cardinale Zuppi:  

Nella sua prima uscita alla stampa da Presidente Cei, S.E. Zuppi ha ribadito la sinodalità dell’Assemblea dei confratelli.

Allargata verosimilmente ad un’ampia, inedita rappresentanza di laici. Delegati dalle varie diocesi e regioni ecclesiastiche. Un dato, evidenziato in questo passaggio stralciato dal documento finale del ventisette maggio:

“Degli oltre 400 referenti diocesani (presbiteri, diaconi, laici e consacrati), trentadue, cioè due per ogni regione ecclesiastica, hanno preso parte ai lavori dell’Assemblea, portando il loro contributo di riflessione e di esperienza. L’Assemblea ha approvato la seguente mozione: “Il Cammino sinodale delle Chiese che sono in Italia prosegue con il secondo periodo della fase narrativa. I Vescovi, in ascolto del Popolo di Dio, guardano con convinzione a questo percorso secondo quanto indicato da Papa Francesco con il Sinodo universale e proposto per l’Italia dal Gruppo di coordinamento nazionale. Per questo, affidano alla Presidenza, sentito il Consiglio Permanente, la cura dell’elaborazione del testo di sintesi della fase nazionale da inviare alla Segreteria Generale del Sinodo dei Vescovi. Allo stesso tempo, incaricano il Consiglio Permanente di approvare testi e strumenti per proseguire il Cammino sinodale tenendo conto del cronoprogramma e delle linee discusse da questa Assemblea. In questo è importante il coinvolgimento dei territori attraverso le Conferenze Episcopali Regionali”. Le priorità per il secondo anno del Cammino sinodale, che dovranno essere ulteriormente messe a fuoco nelle prossime settimane negli incontri regionali tra referenti diocesani e Vescovi, si stanno profilando come “cantieri”, con momenti anche esperienziali, che favoriranno l’ulteriore ascolto delle persone. Le priorità individuate, sotto forma di “cantiere” sono tre: corresponsabilità e formazione degli operatori pastorali, ascolto dei “mondi” (poveri, giovani, donne, professioni, culture…) e snellimento delle strutture ecclesiali. Ogni Chiesa locale, poi, sceglierà un quarto cantiere, sulla base della sintesi diocesana raggiunta alla fine del primo anno di ascolto. La traccia per il secondo anno sinodale verrà consegnata ai primi giorni di luglio.”

C’è una parola essenziale nelle dichiarazioni programmatiche di S.E. Zuppi dalla quale si apre, evidentemente, quell’azione dirimente, posta come “discontinua” da gran parte dei media nazionali:

                                              ascolto.

“1. La decisione dei Vescovi ha come obiettivo quello di potenziare la rete dei referenti diocesani e dei relativi Servizi per la tutela dei minori e delle persone vulnerabili. Già costituita a partire dal 2019 in tutte le 226 diocesi italiane, questa realtà verrà ora sostenuta con percorsi formativi rivolti agli operatori pastorali (sacerdoti, religiosi e religiose, catechisti, educatori, insegnanti di religione…) e a chi è chiamato a occuparsi degli aspetti giuridici. Con questa azione, si intende infatti promuovere, ancora più capillarmente, una cultura del rispetto e della dignità dei minori e delle persone vulnerabili.

2. È stato poi ribadito l’impegno di implementare la costituzione dei Centri di ascolto, che attualmente coprono il 70% delle diocesi italiane, per accogliere e ascoltare quanti vogliono segnalare abusi recenti o passati, e indirizzare a chi di competenza secondo l’esigenza espressa dalle persone: un medico, uno psicologo, un avvocato, la magistratura, le forze dell’ordine, un accompagnatore spirituale, un consulente di coppia, ecc. I Centri di ascolto sono una porta aperta in luoghi vicini alle persone (un consultorio familiare, un ufficio professionale, ecc.), con responsabili preparati in buona parte laici e laiche – disponibili al primo ascolto, un servizio che si sta rivelando assai prezioso.”

Evidentemente il tema degli abusi sui minori e sui soggetti fragili è un fenomeno prioritario soprattutto nelle attenzioni dei media. Suffragato peraltro da una serie di dinamiche non più trascurabili nella stessa Chiesa cattolica italiana.

La svolta impressa da Papa Francesco rispetto ad una adeguata vicinanza dei pastori al proprio gregge non può più essere differita, nonostante le difficoltà strutturali che permeano la stessa chiesa italiana.

In questo ambito la chiesa sarda, con particolare riferimento alla diocesi di Cagliari, appare predisposta a recepire e concretizzare il nuovo corso delineato in questo percorso sinodale avviato dall’assemblea dei vescovi italiani.

«La tutela delle persone di età minore nelle relazioni educative» è stato il tema al centro del convegno realizzatosi sabato quattro giugno, presso l’Aula magna del Seminario arcivescovile di Cagliari invia monsignor Cogoni. 

All’incontro, organizzato con il contributo dell’Ordine dei Giornalisti, Giulia Giornaliste, Casa Emmaus, Ordine degli Avvocati, ha partecipato la responsabile del Centro di ascolto diocesano, l’avvocata del foro di Cagliari e del Tribunale apostolico della Rota romana Valeria Aresti

Il fenomeno degli abusi coinvolge tantissimi quattordicenni. Vittime intercettate, in importanti percentuali, via web. I dati sconcertanti, le azioni di contrasto, sono state illustrate dal dott. Fabrizio Mustaro, dirigente della squadra mobile della Questura di Cagliari.

Ai lavori hanno preso parte l’arcivescovo di Cagliari e vicepresidente della Cei monsignor Giuseppe Baturi, l’arcivescovo di Oristano e delegato della Conferenza episcopale sarda per la tutela dei minori e delle persone vulnerabili monsignor Roberto Carboni.

L’ascolto, “il lasciarsi ferire dall’ascolto”,  è un punto di partenza basico per accogliere le istanze, le sofferenze dei fedeli, dei figli di Dio. Sulle questioni più urgenti e vive che riempiono di fatti, spesso drammatici, la nostra fase contemporanea.

Il recente intervento di mons. Zuppi, in occasione della Festa della Repubblica, sulla tragedia delle morti bianche, non è casuale.

(https://www.avvenire.it/chiesa/pagine/lettera-del-cardinale-zuppi-a-chi-lavora-nelle-istituzioni )

Riecheggiano scolpite, indelebili nella memoria, le parole del Pontefice nella storica visita pastorale a Cagliari il 22 settembre 2013 :

Visita Pastorale di Papa Francesco a Cagliari. 22 settembre 2013.

“La seconda città che visito in Italia: è curioso, tutte due, la prima e questa, sono isole. Nella prima ho visto la sofferenza di tanta gente che cerca, rischiando la vita, Dignità, Pane, Salute: il mondo dei rifugiati. In questa seconda, anche qui trovo sofferenze e questo finisce per rubarti la speranza. Soffri per la mancanza di lavoro (scusatemi se sono forte), che ti porta a sentirti senza dignità. DOVE NON VI E’ LAVORO MANCA LA DIGNITA’!” 

Visita pastorale di Papa Francesco a Cagliari. 22 settembre 2013.

Alla luce di queste riflessioni  gli auspici di un cambiamento dovranno tramutarsi negli atti illuminati sin qui pronunciati.

Non saranno più sostenibili improvvisazioni nelle assunzioni di responsabilità dei ruoli. 

Per chi presta i propri talenti, come laico o religioso, per conto e in nome della Chiesa.

La nota dedicata nello stesso documento finale sui ministeri liturgici e pastorali, è eloquente:

“ L’Assemblea Generale ha approvato “ad experimentum” per il prossimo triennio la Nota “I ministeri del Lettore, dell’Accolito e del Catechista per le Chiese che sono in Italia”. Il documento recepisce gli interventi di Papa Francesco per orientare la prassi concreta sui ministeri istituiti, sia del Lettore e dell’Accolito (per i quali si attende la revisione dei riti di istituzione da parte della Congregazione per il Culto Divino), sia del Catechista. Con la Nota, inoltre, la Conferenza Episcopale Italiana intende inserire il tema dei “ministeri istituiti” all’interno del Cammino sinodale, in modo che possa diventare anche un’opportunità per rinnovare la “forma Ecclesiae” in chiave più comunionale. Il Cammino sinodale costituirà così un luogo ideale di verifica anche sulla effettiva ricaduta dei nuovi ministeri istituiti del Lettore, dell’Accolito e del Catechista nella prassi ecclesiale. L’Assemblea Generale ha affidato al Consiglio Episcopale Permanente il compito di determinare le modalità di verifica e di approfondimento del tema. I Vescovi si sono confrontati sulla durata dei percorsi formativi, sottolineando la necessità di avere linee comuni e condividendo la proposta di fissare a 25 anni la soglia di età per l’accesso ai ministeri.”

Ruoli e funzioni che necessiteranno di risorse e competenze non per “privatizzarein un’ottica aziendale l’annuncio della buona novella.

Per un’attuazione più aderente al messaggio del kerigma nella vita di ogni fedele.

Come l’apertura e il confronto ecumenico con l’intera società.

Espressa in ogni diversità di credo e/o di genere.

Probabilmente è questa la sfida più urgente alla quale è chiamata la Chiesa Italiana con la guida del neo Presidente S.E. Cardinale Zuppi. Per la continuazione del percorso che attende la Cei  con tutti coloro chiamati a lavorare, a vario titolo, in questo processo riformatore.

La recente giornata del Sovvenire, promossa nella diocesi Cagliari lo scorso ventotto maggio, va nella giusta direzione di comunicare i dati che attengono alla gestione dei fondi economici.

Inserto Sovvenire. Fonte: ufficio stampa diocesi di Cagliari.

Derivati dal gettito fiscale volontario dell’otto per mille. Necessari al sostentamento di tutte le attività connesse.

Fondo Sovvenire. Fonte: ufficio stampa diocesi di Cagliari.

Con l’augurio importante che la “sinodalità” non tramuti in un termine svalutato ma sia la via maestra per aiutare tanti fedeli e non, avviluppati nella morsa letale della solitudine devastante.

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