Cronache private. L’esegesi dell’umanità italiana . Un affresco storico di suggestiva bellezza, il romanzo d’esordio di Valentina Parasecolo.

“E purtroppo ancora oggi non tutti tra i miei colleghi sono così illuminati da rinunciare a pratiche barbare come l’elettroshock”.

Il gravoso passaggio è stralciato da un dialogo fra Angelo Pent e Dora Bois.

Il primo, addetto ai lavori, medico psichiatra, ha seguito il lungo ricovero in manicomio della seconda, Dora. L’ha curata, quotidianamente, riscontrandone i progressi in un coinvolgimento personale sempre più forte. Declinando il mandato professionale in un rapporto sentimentale. Protettivo nel percorso di guarigione della giovane donna.

Approdata in una modalità quasi scontata nella vita privata di Pent.

Entrambi figurano tra i protagonisti di Cronache private, romanzo d’esordio per Valentina Parasecolo. Disponibile in libreria dallo scorso maggio con l’editore Marsilio.

La vicenda vive nel mondo rurale della cosiddetta sana provincia italiana.

Una complessa fase storica del secondo dopo guerra italiano. Segnato da assestamenti socio politici non indolori. Contaminati dalle reminiscenze totalitarie dei regimi politici precedenti l’avvento della prima repubblica.

Siamo al crepuscolo degli anni Sessanta, due lustri precedono la fatidica legge 180 del 13 maggio 1978, voluta da Franco Basaglia.

La coppia di fatto– stato civile non proprio usuale per l’epoca – era approdata a Ferso, luogo di fantasia in un altro microcosmo provinciale del centro Italia.

Dopo una decina di anni, mirabilmente narrati nella prosa fluente dell’autrice.

Una trama che centra storie e personalità, evidenziandone per ciascuna l’umanità profonda.

Penetrata nell’intimità delle singole aspettative. Nude nelle fragilità della carne, come nella legittimità dei sogni e dei progetti di un gruppo di giovani adolescenti della Maremma.

Festival letterario Florinas in giallo. Stefania Divertito Valentina Parasecolo Settembre 2023

Fra questi, oltre la già citata Dora e il suo fratello Francesco, giovane operaio impiegato nell’ente di bonifica, una mini greffa di amici, provetti tombaroli.

C’è anche Giovanni Pitorsi, già buttero, avvezzo al dialogo quotidiano con la mandria da governare. Ebbro, talvolta, dalla febbre crescente per la caccia ai tesori seppelliti negli anfratti nascosti dagli Etruschi.

L’ennesimo tentativo di conquistare un nuovo forziere di pregiati monili gli sarà fatale nelle operazioni di ricerca. Una frana improvvisa nello scavo gli trancerà di netto una gamba.

Per scampare l’amputazione, Pitorsi rimarrà gravemente claudicante: un arto completamente ridimensionato e gravemente compromesso nelle funzionalità. Rallentate e garantite da una rudimentale imbragatura. Ancorata quotidianamente tramite l’uso di lacci in cuoio, in una sorta di un’invasiva calzatura meccanica.

Lo spirito libero e indipendente dell’ormai ex allevatore tombarolo, promesso sposo, non proprio entusiasta (Marina è l’ingombrante fidanzata in attesa dell’altare), precipita improvvisamente in una postura non prevista. Vicina alla depressione nella dipendenza dall’aiuto altrui. Nella prolungata convalescenza di Giovanni, la presenza di Dora, assume un ruolo sentimentale inedito.

Risulterà dominante per tutta la sua vita.   

Festival letterario Florinas in giallo. Settembre 2023

Mutata inaspettatamente, proprio grazie a un ritratto dell’amica geniale, realizzato dal suo paziente disabile, riciclatosi “fotografo per caso”. La foto inviata ad un concorso bandito da un importante rotocalco milanese, varrà l’impiego da fotoreporter per Pitorsi nella metropoli lombarda. 

Le 484 pagine ci conducono a Ferso nel cuore della vicenda nell’epoca ricordata all’inizio.

Angelo Pent è diventato sindaco del piccolo comune, con ben più ampie ambizioni di carriera politica. Le sue competenze scientifiche nella psichiatria unite all’acume politico avvolgono in una campana protettiva, i passi della fidanzata Dora. Riuscita a mettere a terra il carisma delle sue mani. Meno tremolanti, nel diventare un’abile cucitrice, titolare di una sua sartoria. Seppur finanziata, nell’acquisto del locale, dal suo inseparabile mentore.     

L’apparente quiete del piccolo paese; coacervo d’interessi di varia natura politica economica, sostenuti da un manipolo di profili, un comitato d’affari, appartenente – nelle apparenze – alla ricorrente società civile; è improvvisamente deturpata da un orribile delitto.

Nei primi giorni afosi e piovosi del luglio 69, nel pieno dei preparativi per l’evento del secolo (il primo allunaggio con i due astronauti statunitensi) che richiamerà frotte di turisti, il rapimento dell’undicenne Sergio Rambaldi semina terrore e angoscia.  

Sentimenti declinati nella disperazione collettiva della comunità con il rinvenimento del cadavere del piccolo sulla spiaggia del lago, poco fuori dall’abitato, pochi giorni dopo la sua scomparsa. Alla tragica scoperta insieme ai militari, partecipa, casualmente Giovanni Pitorsi.

Da giorni inviato a Ferso dalla sua redazione milanese insieme ad altri colleghi della stampa nazionale per seguire il caso di cronaca nera.     

La descrizione lucida, puntuale, dell’atroce crimine apre sentieri narrativi in paesaggi impervi.

Poco battuti nei luoghi di sentimenti e ideologie abitati da profili ambigui. Catalogati con attributi border line secondo stereotipi di una retorica conservatrice. Utile a coprire scomodi retaggi e  iniziative criminali.

Sfociate nelle note tragedie terroristiche di matrice eversiva.

L’affascinante spettro d’indagine di Valentina Parasecolo tiene avvinto il lettore sino all’ultima pagina. Il suo lavoro è ispirato al rapimento e all’omicidio del dodicenne Ermanno Lavorini, occorso nel gennaio del ’69 a Marina di Vecchiano.    

La capacità di traversare un intero percorso generazionale dal secondo dopoguerra ai giorni nostri permeando nebulose non risolte (espliciti i rifermenti alla strage di piazza Fontana, al tentato golpe di Junio Valerio Borghese) con l’umanità talentuosa degli ultimi, realizza una limpida continuità nella memoria della nostra storia.  

Valentina Paraseolo fonte: pagina facebook

Una giovane voce capace di coniugare le competenze professionali nell’ambito della comunicazione geopolitica con una letteratura alta e dolce.

Un lavoro prezioso, avulso dalle reiterate tentazioni di smodati revisionismi.

Pontiere per le giovani generazioni.  

Print Friendly, PDF & Email