Il Nemico, un viaggio storico negli anni foschi del Novecento Italiano.

Lo scorso dieci maggio è stato un giorno triste per Sassari, la Sardegna e per l’intero mondo culturale accademico italiano. Nelle prime ore del mattino è mancato improvvisamente il professor Manlio Brigaglia, la notizia si propaga rapidamente in ogni dove.

Da sx: Giovanni Caria – Vindice Lecis

Nella serata l’emozione riempie l’auditorio della biblioteca comunale in piazza Tola a Sassari con le parole di Giovanni Caria, capo della Procura della Repubblica presso il tribunale di Sassari, che ricorda con poche, intense parole, la dolorosa notizia. ll magistrato per la terza volta è chiamato a presentare un libro scritto da Vindice Lecis, l’ultima fatica letteraria certamente apprezzata anche dal compianto professore appena scomparso.

Caria introduce Lecis, giornalista scrittore sassarese, specializzatosi con pari competenze e passione in due filoni letterari, entrambi cari e preziosi per la cultura sarda.

Il primo riferito a una romanza legata a una Sardegna storica con l’ultimo successo del genere

Hospiton (edizioni Condaghes 2017); il secondo definibile come docufiction, dove in ambienti storici in parte noti, l’inserimento di un personaggio fantasioso catalizza spunti di approfondimento nell’introspezione dell’umanità, insiti in una realtà acclamata dai fatti.

In quest’ambito, l’ultimo lavoro di Lecis, Il Nemico, in libreria dallo scorso aprile, riscontra un seguito importante tale da renderne il volume più venduto in questo periodo di riferimento nel catalogo dell’editore Nutrimenti.

Con il rigore per lo studio delle fonti e una visione “terza” che non lascia giudizi di merito, (piuttosto apre orizzonti inediti alle scoperte del lettore), lo scrittore, già giornalista nel gruppo Espresso, indaga un triennio molto particolare del dopo guerra italiano, poco noto e con molte zone d’ombra, rese ancor più cupe da più di un protagonista della vicenda storica.

A Roma sul finire del 1951, alcuni esponenti ai vertici nazionali del PCI autorizzano l’introduzione di cimici e microfoni nell’appartamento di Palmiro Togliatti. L’iniziativa favorirebbe secondo le intenzioni ufficiali una maggiore tutela nei confronti del Migliore già reduce dal primo attentato occorso il quattordici luglio del 1948, soprattutto rispetto alle non celate diffidenze della nomenclatura, nei confronti della sua compagna Nilde Iotti, considerata non lontana da ambienti filo vaticani.

Questo evento, anticipato dall’altro, inquietante e poco chiaro incidente automobilistico, subito nell’agosto del 1950 dal segretario nazionale, costretto a urgente e delicato intervento chirurgico,  apre una trama narrativa ricca di fatti consumati nel corso di una guerra fredda, decisiva per il seguito dello stato democratico della Repubblica.

Dove le dinamiche interne alla gestione del Partito comunista italiano, all’epoca dei fatti, con oltre due milioni di tesserati in una fase politica tesa e caratterizzata da importanti operazioni di “ordine pubblico” con scie di sangue e centinaia di arresti subiti da “compagni” e militanti rossi, sono narrate con un occhio importante al profilo umano e psicologico dell’apparato, figlio del già noto “centralismo democratico”.

Lecis s’introduce nelle pieghe di una ricerca puntuale e documentata imperniata sui due bracci operativi della struttura portante romana alle Botteghe Oscure, l’Ufficio Quadri e l’Ufficio di Vigilanza. Enti strategici rappresentati dai principali gerenti del partito (D’Onofrio e Secchia su tutti), visitati grazie al profilo ortodosso e inquieto di Antonio Sanna. L’improbabile funzionario sassarese, specchio non proprio brillante del politburo in salsa italiana, è la torcia che illumina l’ambiente politico dei piani alti della nomenclatura romana di partito, talvolta ingessati dal rigoroso dogma del controllo. Prassi degenerata in più di un’occasione in paradossali scivoloni, stigmatizzati in prima battuta proprio dalla casa madre sovietica. Il testo svela diverse schede riservate dell’Ufficio Quadri e documenti che confermano l’opera d’intelligence dei servizi durante la gestazione dell’organizzazione Gladio.

Sullo sfondo, vicende storiche decisive per i futuri assetti geo politici tra le alleanze internazionali (ogni capitolo si apre con riferimenti tratti da importanti documenti desecretati), creano collegamenti luminosi con l’evoluzione storica politica italiana che in un paio di generazioni ci conduce ai giorni nostri. Il dibattito che si alimenta a Sassari, come in altre presentazioni nell’isola insieme all’autore, consegna un quadro informativo obiettivo ed esauriente anche sul ruolo non secondario dei protagonisti sardi circa l’evoluzione politica non solo del partito comunista nella storia del nostro Paese.

Il prossimo appuntamento con Il Nemico e Vindice Lecis in Sardegna è fissato ad Alghero, venerdì ventidue giugno (inizio ore 18.45) nella Sala Mosaico del Museo Archeologico con le anteprime del festival letterario “Dall’altra parte del mare”.

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