La pace fredda fra Cina e Usa. Il decoupling sovrano nella pandemia.

Ambiente e pacificazione sociale le priorità nella nuova era di Joe Biden.

Analisi e proiezioni nel primo numero 2021 di Aspenia.  

“Il governo Draghi è nato sulla base di una pace fredda di tutt’altro genere, quella fra le principali forze politiche italiane. Ma se l’Italia riuscirà a impostare in modo convincente il Recovery Plan e a vincere la sfida vaccinale, avrà una voce rilevante in Europa: sia sul futuro dell’eurozona (il dibattito che si sta aprendo riguarda la revisione di regole fiscali che sono state per ora congelate) sia sulle relazioni con gli Stati Uniti.”

Il passaggio di apertura, coerente alle ultime ore che seguono la presentazione del PNRR –piano nazionale di ripresa e resilienza – alle Camere del Parlamento Italiano, esposta dal Presidente del Consiglio Mario Draghi, è stralciato dall’editoriale firmato a quattro mani da Roberto Menotti e Marta Dassù, sul numero 92 di Aspenia, primo in uscita nel 2021. 

Un numero di particolare importanza e contezza che consolida con gli ultimi eventi internazionali occorsi nel primo trimestre del nuovo anno le proiezioni avanzate nell’ultimo numero dello scorso anno, L’America nonostante tutto.

Un saggio che poggiava aspettative di ripresa per tutta la comunità occidentale in chiave anti sovranista riconosciuto in quell’inedito interregno di Biden. 

Un percorso di dura risalita per gli Stati Uniti nell’atteso complicato post trampismo.

Le immagini dello scorso sei gennaio con la rivolta della “Save American March” e il drammatico assalto al Campidoglio con la presa di Capital Hill, nel giorno in cui Joe Biden sarebbe stato proclamato ufficialmente Presidente U.S., sembrano appartenere oggi a un’era glaciale.

Le cicatrici lasciate da quel nefasto giorno nel già sconquassato tessuto sociale americano e occidentale, non si rimargineranno in ogni caso nell’arco di tempo della neo amministrazione di matrice democratica.

 Avviata nel pieno di una opposta visione della tempesta pandemica con l’abbrivio della inedita coppia Biden –Harris. 

La premessa, non proprio scontata, è necessaria per riconnettere equilibri e posizionamenti geo politici al largo di quello straordinario gennaio, archiviato solo nella cronologia del calendario.

Che unitamente al fastello di emendamenti adottati dal nuovo inquilino della Casa Bianca, urgenti e opposti rispetto al suo predecessore, ha segnato due simbolici big days.

Il primo, nello scorso venticinque marzo con il primo intervento del Presidente Biden al Consiglio Europeo, solo undici anni dopo l’ultimo, concesso da Barack Obama.

Un segnale non solo di cortesia diplomatica sulla via di una rinsaldata cooperazione col vecchio continente dopo i distonici distanziamenti trumpiani.

 Il secondo occorso negli ultimi giorni con lo stacco dei primi cento giorni della nuova amministrazione. 

Un lasso di tempo marginale, segnato da un evidente e violento contrasto all’avanzata del virus covid19. Non ancora debellato ma seriamente circoscritto grazie ad una straordinaria campagna vaccinale. Che non ha risparmiato dubbi e interrogativi sulla potenza economica sanitaria dei Big Pharma.

E’ utile ricordare come la nuova presidenza della Commissione Europea a guida Von Der Leyen (determinata dai voti decisivi della sparuta differenza di eurodeputati italiani grillini) e l’elezione di Joe Biden alla presidenza degli Stati Uniti, siano eventi propedeutici all’esaurimento politico dell’esecutivo nazionale  “Conte due” e del conseguente Governo del Presidente (Mattarella) presieduto da Mario Draghi.

Una cornice che inquadra gli attuali scenari internazionali visitati in questo speciale saggio, dove l’attuale premier italiano ricopre un ruolo strategico. Gli stessi editorialisti, direttori di Aspenia nella conclusione del loro editoriale prevedono:

“Almeno in teoria – vedremo poi i fatti – Draghi tenterà di combinare, nell’azione di governo dell’Italia, le preoccupazioni economiche europee per il mercato cinese e la consapevolezza delle preoccupazioni di sicurezza americane. E tenterà di utilizzare il G20, che l’Italia presiede nel 2021, per affrontare le questioni globali che interessano sia la Cina che gli Stati Uniti “.

Il decoupling Usa – Cina rimane la sfida principale che prelude, nelle visioni di più analisti, una presunta nuova guerra fredda. Una dinamica complessa che nell’era pandemica è ricordata nel titolo di copertina come “La pace fredda”.

L’oggettiva spinta economica che arride la tigre asiatica con il terrore virale scoppiato a Wuhan, oramai alle spalle, è compensata dal vantaggio relativo detenuto ancora dalla potenza americana. Chiamata in uno sforzo interno ed esterno per competere sul predominio tecnologico da un lato, in un rinnovato e convincente atlantismo dall’altro.  

Nel mezzo dossier di straordinari e incerti meccanismi. Affrontati da studiosi opportunamente dotati di strumenti scientifici adeguati.

Daniel H. Rosen, socio fondatore di Rhodium Group illustra la ripresa economica avviata in Cina. Parag Khanna, direttore di FutureMap vi contrappone la risposta finanziaria americana con il futuro multi direzionale della globalizzazione.

Parag Khanna Immagine tratta da: https://www.paragkhanna.com/photos/

I nostri Maurizio Sgroi, Andrea e Mauro Gilli esplorano l’avanzata cinese in una sua nuova globalizzazione con una internazionalizzazione a 360 gradi e l’esposizione di un’impressionante evoluzione sul fronte militare.

Le politiche ambientali, consapevolmente trascurate nell’amministrazione Trump, battono cassa. David Livingston, senior fellow all’Atlantic Council, traccia linee guida essenziali nella sfida che grava nel programma di cambiamento climatico imposto da subito, con l’avvento di Biden.

Sono solo alcuni fra i migliori saggi pubblicati in questo primo numero del 2021.

Un anno di transizione che dovrà avvicinarci a un nuovo spartiacque per adeguare i nostri stili di vita ad un percorso graduale di ricostruzione delle relazioni sociali richieste.  

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