Prove di ripartenze. A Porto Torres le proposte della FIP CISAL.

“Abbiamo necessità di allargare il fronte…”.  

L’incipit nel saluto istituzionale di Massimo Mulas, sindaco di Porto Torres, apre i lavori del Convegno Provinciale FIP CISAL di Sassari, realizzatosi nel pomeriggio del trenta settembre, presso l’auditorium comunale “Filippo Canu” a Porto Torres.

L’iniziativa, organizzata dalla Segreteria Provinciale Cisal di Sassari, sita in Viale Umberto 112, è stata seguita da alcune decine di iscritti e simpatizzanti turritani.

Intervenuti all’assise muniti di invito personale e certificato sanitario vigente (green pass), per garantire la massima prevenzione del caso, nel rispetto del distanziamento sociale.

Imposto e necessario in un ambiente indoor quale la sala congressi comunale.

Nino Fiori, segretario provinciale Fip/Cisal di Sassari ha aperto i lavori e moderato gli interventi al tavolo di presidenza.

Da sx M, Mulas F, Cavallaro N. Fiori

La sua presentazione essenziale ha ricordato i suoi trascorsi turritani nell’inizio della sua carriera da insegnante. Nel riconoscimento socio economico di Porto Torres, Fiori ha incluso più di un valore aggiunto.

Non da ultimo, l’importante numero di pensionati locali, iscritti Fip Cisal, oltre la decisiva rappresentanza di tre lavoratrici turritane in organico al C.a.f. affiliato alla stessa struttura di Viale Umberto.

M. Mulas F. Cavallaro

Coinvolgenti e solidali, i pochi secondi di silenzio in sala per ricordare i quindici anziani del sassarese, iscritti Fip, scomparsi nella tragedia della pandemia covid19.

L’onorevole Gavino Manca, attualmente impegnato alla Camera dei Deputati in quota PD (collegio plurinominale Sardegna 02), nel suo primo intervento della serata, ha ribadito il concetto espresso nel saluto del sindaco.

Ovvero condividere con tutti i colleghi parlamentari sardi, una visione trasversale e unanime, l’impegno prioritario di sostenere la ripartenza sociale, economica dell’isola.

On.le Gavino Manca Camera dei Deputati

L’assise ha vissuto la fase essenziale nella relazione del dott. Franco Cavallaro, segretario generale nazionale Cisal.

Inclusiva, di ampio respiro, l’analisi di Cavallaro ha toccato vari punti salienti del pianeta lavoro in Italia, prescindendo dal fenomeno planetario della pandemia che ha drammaticamente sospeso l’evoluzione temporale dei popoli, della nostra vita “normale”.

Il presidente Cisal, un articolato vissuto alle spalle con importanti incarichi amministrativi istituzionali ricoperti – non ultimo, quello da sindaco a Dinami, suo luogo natio in provincia di Vibo Valentia – si è soffermato, inevitabilmente, sullo stato delle Politiche attive del Lavoro in Italia. 

Ricordando all’uopo l’acceso dibattito in essere su alcuni provvedimenti dirimenti quando non divisivi, come il noto “reddito di cittadinanza”.  Norme che nell’attuazione delle stesse, trascurano il tema decisivo, strategico nelle originarie aspettative del dispositivo.

Fondato sull’incontro tra domanda e offerta di lavoro.

La famosa “seconda gamba” della riforma coniata dai pentastellati che riconosceva nei centri per l’impiego, le agenzie regionali per il lavoro (forti dei famosi navigator ndr) lo strumento vincente per contrastare la crisi occupazionale nel nostro Paese. 

Sappiamo, più o meno, come è andata a finire o quasi.

Con l’uso enfatico di un sostegno economico diffuso per una fascia importante di soggetti incapienti o comunque non coinvolti, nella maggior parte dei casi, in processi d’inserimento occupazionale.

Né per un necessario reinserimento nel mercato del lavoro per le migliaia di ex lavoratori, licenziati in questa stagione pandemica.  

Difficile poter approfondire in un seminario problematiche complesse rese drammatiche dalla pandemia. E’ invece importante poter provare a riprendere occasioni d’incontro in presenza. Per scoprire e ricordare modalità di relazioni che nel comparto industriale e economico, fra le parti sociali, rischiano di essere compromesse o superate definitivamente.

Su questo aspetto Cavallaro non ha fatto sconti, neppure all’attuale Premier, avvolto da un’aurea d’immanenza mediale.

Lo stato d’emergenza per la pandemia, non può e non deve prescindere da un dialogo costruttivo scevro da diktat unilaterali.

Senza scomodare necessariamente una stagione non ripetibile dello scorso secolo (la nota, talvolta usurata nel termine, “concertazione”),

solo la partecipazione attiva e plurale dei cittadini potrà fare la differenza.

L’intervento di un ex lavoratore in pensione del comparto portuale.

Se il Sindacato italiano, nella sua accezione plurale, registra la principale adesione nei cittadini in pensione, ci sarà più di un problema da affrontare.

Fonte : http://www.networknews24.it/2021/10/01/prove-di-ripartenze/

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