I valori che contano. Diego De Silva inaugura a Tempio il festival Mintuà.

“Il coraggio di saper perdere per essere felice”.  Rinunciare al principio della ragione un rapporto affettivo non negoziabile. Il valore sociale della gentilezza con il rispetto per le persone in luogo di un concetto detestabile come la “tolleranza”.

Ragionamenti che sospendono in una piacevole serata di fine agosto il magma quotidiano d’indifferenza e assuefazione alla folle avanzata dell’ignoranza, forte di messaggi urlati da ogni dove. Le “Parole in circolo” della nuova edizione del festival letterario Mintuà, trovano la voce austera e verace di Diego De Silva. Tornato in Sardegna a presentare il suo ultimo lavoro letterario, “I valori che contano” in libreria da alcune settimane con i caratteri di Einaudi.

Nella piazzetta antistante alla splendida chiesa dedicata a San Pietro, nell’omonima piazza di Tempio Pausania poco dopo le ventuno del venti agosto, inizia un’incontro intimo e partecipato nel pieno rispetto delle norme anti contagio covid19, applicate con maggiore rigore considerato i numeri preoccupanti delle ultime ore.

Di casa nell’isola è la prima volta che lo scrittore napoletano visita Tempio. Rimane visibilmente incantato dalle bellezze architettoniche del centro storico.

Nelle ore pomeridiane, appena arrivato in Gallura dopo un volo dalla capitale, profitto della sua speciale gentilezza per scambiare due battute telefoniche.

Gli chiedo: L’ironia e l’autoironia che pervade le vicende e la vita di Vincenzo Malinconico in che percentuale può aiutare la ricerca della felicità o l’affrontare con maggior fortuna le avversità della vita ?

“L’ironia è una forma di declinazione del drammatico. Un alleggerire le sofferenze. La letteratura umoristica non è comica per il fine della risata. Si compone di battute che sono il presupposto di una riflessione.”.

Apprezzando la sua scrittura, torno spesso indietro nel tempo, ricordando un altro grande autore napoletano che mi formò con la sua narrativa popolare ai temi maturi della vita. Ricordando Luciano De Crescenzo e la sua nota metafora del prof. Bellavista, si considera “uomo d’amore” o “uomo di libertà” ?  

“Luciano è un grande signore e autore napoletano. Ci manca tantissimo. A me piaceva tanto. Ci conoscemmo un po’ di anni fa trovandoci in Germania. Nella dicotomia espressa in Così parlò Bellavista, propendo da buon napoletano per la prima scelta, l’amore. Luciano nonostante il successo enorme, goduto in tutto il mondo, non solo per i milioni di copie di libri vendute, soffriva perche la sua cifra di spessore culturale, derivata da un intellettualismo fine e scientifico, non era pienamente riconosciuta. Superata dalla semplicità filosofica della sua narrativa umoristica. Fu Uomo d’amore, molto amato che amò molto la sua lunga vita. Proprio il suo essere Uomo d’amore lo rese al contempo Uomo molto libero. Magari ci fossero oggi, uno, dieci, altri autori come Luciano!”.     

E’ il collega Roberto Uzzau, avvocato sassarese, a condurre la serata e introdurre gli argomenti con l’ospite. Accolto con gli onori di casa dal sindaco di Tempio Giovanni Addis insieme ai promotori dell’associazione Carta Dannata. Tornare a investire energie sulle iniziative culturali collegate alla letteratura, la musica, le arti sono il pensiero ricorrente dell’amministrazione comunale. In questa serata d’esordio dedicata alla memoria di due cittadini che hanno speso la loro vita per la crescita formativa della comunità: Giorgio Tedde e Maria Grazia Pittalis.

Diego De Silva con il sindaco
G. Addis

“I valori che contano, non è un romanzo o un saggio.  Il libro è una miscela si storie belle e appassionate, mai brutte.”. L’incipit di Uzzau apre la conversazione con De Silva circa una filosofia di vita a tutto tondo, ben conducibile alle gesta dell’avvocato Malinconico, inevitabile protagonista della serata e non solo.

La trama iniziale del libro narra una delle originali avventure del legale noto per la sua mancata stella professionale. Una coprotagonista, giovane prostituta – figlia del sindaco del luogo dove evolve la storia – ricercata dalle forze dell’ordine, trova casuale ospitalità in casa Malinconico.

Quest’aneddoto ispira una discussione ad ampio raggio sui valori prioritari della vita di ciascuno di noi. Sulle scelte responsabili assunte nel relazionarsi con gli altri.

I brillanti innesti musicali di Massimo Deidda (percussioni) e Roberto Acciaro (tastiere) con dei brani culto del jazz mondiale sposano felicemente i temi proposti da De Silva. Le relazioni sentimentali di coppia, la precarietà e la fragilità vissute come un’opportunità per recedere dalla renitenza ai rapporti usurati dal tempo.

La genitorialità e l’amore nei confronti di un figlio può essere il primo dei valori che contano in una scala che varia comunque secondo le diverse sensibilità di ognuno di noi.

La salute è certamente un bene primario.  Il sottotitolo del libro (Avrei preferito non scoprirli) sono riconducibili all’esperienza di sofferenza vissuta da Malinconico che riflette la vicenda reale raccontata dallo stesso De Silva, alle prese con un linfoma, un paio di anni fa, diagnosticato e debellato in tempo utile presso l’ospedale Gemelli di Roma.

Di questa esperienza importante De Silva condivide la prima impressione forte circa il valore della “competenza” messa in campo, oltre ogni gratificazione economica e meritoria, da una comunità di professionisti. Nella fattispecie i clinici conosciuti nel suo percorso di resilienza, presenti dalle prime luci dell’alba sino a notte fonda a lavorare e studiare su centinaia di casistiche patologiche dalle origini più diverse e complicate.  All’unisono il paziente scrittore rigetta senza se o ma, la retorica dell’amore per la vita che passa per la sofferenza.  

“Se per apprezzare la vita ti devi beccare un tumore, questo proprio NO! L’idea della precarietà della vita lo insegna già l’amore.”

Rispetto a questo, se le sofferenze, le malattie, gli amici che mancano, sarebbero esperienze nelle quali si dovrebbe godere il valore della vita, la conclusione di De Silva è perentoria.

“Io la penso come Woody Allen sulla morte: sono contrario !”

Pubblico pienamente solidale. Gli applausi finali e il lungo firma copie l’attestazione d’affetto più bella. Fra poche ore, si replica a Fonni. L’appuntamento è in piazza San Giovanni alle 21.30 con Michele Biccone.

Gli incontri con gli autori in Sardegna continueranno sino a tutto dicembre grazie al Festival letterario diffuso Entula in collaborazione con Liberos (http://entula.liberos.it/ )

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