L’esegesi di radio e televisione nelle memorie dei protagonisti. Due preziosi volumi testimoniano l’ascesa di un giornalismo radiotelevisivo plurale e indipendente.

“In questo libro si trova uno spaccato straordinario di quello che è stato un autentico fenomeno editoriale e sociale, che ha visto Roberto tra i principali protagonisti: gli anni d’oro delle “tv libere” napoletane”. 

L’autorevole attestazione nella prefazione di Antonello Perillo (già responsabile alla redazione del TGR Campania, attuale Vice Direttore TGR Rai Nazionale), riferita al collega, autore di un pregevole saggio, impreziosisce lo stesso volume nella valenza storico culturale di riferimento.

“Il crepuscolo delle antenne. Quarant’anni di televisione a Napoli”, scritto da Roberto d’Antonio (https://www.facebook.com/profile.php?id=100010419011821),

pubblicato nella primavera del 2018 per i caratteri di Guida editori, è un campione raro nella saggistica nazionale.

Che illumina un fenomeno decisivo nella storia della televisione italiana.

Evolutasi sul finire degli anni Settanta con l’avvento delle televisioni private locali.

Un processo complesso capace, in un articolato percorso politico culturale, di sdoganare il monopolio statale sulla produzione dei programmi televisivi nella televisione italiana. 

Le testimonianze riportate con un’accattivante tensione narrativa da Roberto d’Antonio riferite alla sua lunga carriera, precorrono un’epoca di vera transizione avanguardistica.

Grazie al carisma di veri pionieri del giornalismo d’inchiesta, ingaggiati da audaci visionari dagli ampi orizzonti nella selezione dei palinsesti televisivi;

la più vasta realtà sociale del Mezzogiorno italiano, registrò il pullulare di un nuovo composito movimento editoriale televisivo.  

Difficile sintetizzare in poche pagine processi e dinamiche che incrociarono evoluzioni tecnologiche irrinunciabili. Con riforme normative nazionali ed europee non differibili.

Una stagione di fine millennio attraversata da mutamenti socio politici epocali.

Vissuti in una realtà nazionale e locale, condizionata, quando non avvelenata dalla presenza ingombrante della politica.

Dominante, in una fase unica nel crepuscolo del Novecento partenopeo.

Arginata da eccellenze giornalistiche cresciute sul campo. Spesso in trincea.

Protagonisti che hanno fatto scuola nella complessa editoria napoletana.

Con risultati stupefacenti sulla ribalta nazionale. 

Il percorso narrativo dell’autore è lungimirante. Soprattutto nella capacità di rappresentare con straordinari aneddoti – che il lettore potrà scoprire e gustare nell’irresistibile scorrere delle trame –i principi deontologici non negoziabili nella moderna concezione d’interpretare il ruolo del giornalista.

In qualsiasi ambito e contesto di applicazione.

Fonte: profilo facebook R. D’Antonio

“Radio Sardegna Libera diventa una scuola di giornalismo, uno spontaneo laboratorio mediale. I militari guidati da Jader Jacobelli sono consapevoli che comunicare in un tempo di drammatica provvisorietà, durante una guerra di cui non si vedeva mai la fine, è un autentico servizio reso alla gente per incoraggiarla, per darle una speranza, per non farla sentire sola. Un servizio di comunità e per la comunità: parlare insieme, stare insieme, gettare ponti per salvare tutti. L’informazione in quello stato psicologico – in Sardegna accentuato dall’insularità – diventa così la tessitura di una rete esistenziale necessaria per sopravvivere, e la gente ne avverte il bisogno.”

L’epopea della prima radio sarda, passata alla storia per essere stata la prima nel mondo ad annunciare la fine della seconda guerra mondiale– la notizia fu trasmessa alle 15.05del 7 maggio 1945 – è ricordata mirabilmente nel saggio di Gianni Garrucciu.

“La Radio. Storie e curiosità per chi la fa e l’ascolta, dalla valvola al web”, in libreria dal maggio 2022, pubblicata da Santelli Editore, è un accattivante viaggio che ripercorre la vita del mezzo radiofonico, sin dai suoi primi vagiti.

Anche in questo prezioso volume, ricco di storia e formazione tecnica, la visitazione di numerosi e autorevoli protagonisti, ripercorre l’evoluzione della radio.

Dalle sue origini risalenti al 1924 sino alle recenti innovazioni digitali con il protocollo DAB (Digital Audio Broadcasting), attraverso l’utilizzo della diffusione telematica con le web radio.

La fabula di Gianni Garrucciu, già cronista Rai nella storica redazione sportiva che lo vide giovane inviato ai Mondiali di Calcio d’Italia 1990, è avvincente.

Gianni Garrucciu Fonte: profilo facebook

Ricca di aneddoti, esperienze di calda umanità ed empatia. La sua lunga attività radiofonica è suggellata con la docenza di Storia e Tecnica della Radio presso l’Università di Sassari. 

La sua narrativa fluente trova radici storiche nel capitolo quindici del libro – Il giornalismo nasce parlato – un’applicazione eloquente nell’eccellente carisma oratorio dell’autore.

In un’autorevole presentazione del saggio, nello scorso 26 maggio, presso l’Aula Magna dell’Università di Sassari, in collaborazione con l’Ordine dei Giornalisti Regione Sardegna, fu allestita un’emozionante mostra di radio d’epoca con alcuni primi rudimentali mezzi di trasmissione radiofonica. 

Aula Magna Università di Sassari 26 maggio 2022

Nell’alternarsi dei vari contributi, l’autore svelò uno dei principali ispiratori per il concepimento di questo libro: l’amico Renzo Arbore.

Al genio creativo originario di Foggia, padre dei moderni linguaggi radio televisivi;

“Maestro dell’umorismo e dell’intrattenimento”, Garrucciu aveva dedicato nel 2013 il saggio “Renzo Arbore. Vita, opere e (soprattutto) miracoli”, edito da Rai Eri.

Aula Magna Università di Sassari 26 maggio 2022

Lo stesso showman, musicista, sceneggiatore, autore e quant’altro, dopo circa due lustri aveva suggerito al suo biografo sassarese di “portarsi avanti nel lavoro” rispetto al 2024 – quando ricorrerà il centenario della nascita della radio – per realizzare “qualcosa di speciale” per la straordinaria occasione.

Altri importanti collaboratori, menzionati nei ringraziamenti finali, hanno reso possibile quest’opera imponente. Apparentemente un manuale per appassionati di nicchia.

Aula Magna Università di Sassari 26 maggio 2022

Che, come molti rari testi ricercati, svelano tele pregiate.

Capaci di raffigurare nei colori nitidi e naturali gli affreschi più importanti della nostra società. Senza dimenticare che i due libri esplorati confermano la mediazione non derogabile di una professione.

Quella del giornalista.

 Presidio irripetibile nella visione democratica di una comunità.

Buona lettura.

Print Friendly, PDF & Email