I vuoti che espandono il volo di una mongolfiera. Memorie che vivono per ogni parola perduta.

“Difficile descrivere lo stupore che ho provato nell’accorgermi, una volta di più, che tutto quello che crediamo di inventare da qualche parte è esistito. Il mio Edmund Payne, che credevo di carta e inchiostro, ha preso vita. Anzi il volo.”

La realtà che supera la fantasia traspira in questa rivelazione che, paradossalmente, disarma la stessa autrice che ne condivide la resa ai suoi lettori.

Alla conclusione del suo ultimo romanzo.

“Per ogni parola perduta” distribuito dallo scorso novembre per i caratteri di Mondadori è l’ultimo romanzo scritto da Benedetta Cibrario. 

Quattro anni dopo “Il rumore del mondo”, finalista al Premio Strega 2019, la scrittrice fiorentina, londinese d’adozione, torna in libreria con un intenso romanzo contemporaneo.

Capace, unico nel suo genere, di coniugare nel mondo attuale vicende storiche compiutesi nel primo Ottocento. 

I protagonisti assumono una coralità paneuropea tipica della nostra società globalizzata.

Sofia,restauratrice di tessuti di origine italiana, vive a Oxford. Giovane sposa, attende il marito Nicola Obreskov, storico accademico, di ritorno dagli studi sui flussi migratori dei suoi connazionali russi. Immigrati in Italia fra il diciannovesimo e ventesimo secolo. 

Sofia non rivedrà più il coniuge.

Atterrato in Inghilterra col volo proveniente da Firenze.

Dove Nicola ha trascorso alcune settimane immerso negli archivi della Soprintendenza.

Al suo posto, busseranno alla porta di casa, nel quartiere di North Oxford, due agenti di polizia municipale: Ruth Moore e Hassan Choukri.

I due comunicheranno a Sofia la morte di suo marito.

Occorsa nell’incidente stradale al bus in servizio nel collegamento fra l’aeroporto e il centro della città inglese. Sul quale viaggiava lo sventurato ricercatore.  

Il tragico evento segna un punto di non ritorno rispetto a una felice normalità di una giovane famiglia. Ancora ignara dei sintomi sclerotici della monotona routine coniugale.

L’elaborazione di un lutto apparentemente impossibile sembra irrealizzabile. Senza una via plausibile d’approccio a una nuova situazione mai immaginabile. 

Sarà il ruolo di Edmund Payne, facoltoso collezionista di antichi e insoliti manufatti, decisivo nello stanare l’amica Sofia dal luttuoso baratro di decadimento psico fisico.

Avviandola a riprendere in mano il proseguimento della sua vita con un nuovo senso compiuto.  

Completare e dare alle stampe il complesso lavoro di ricerca lasciato incompiuto dalla prematura scomparsa del marito ricercatore.

L’ingaggio di studiosi esperti che possano salvaguardare l’integrità originale della ricerca di Nicola e l’impegno editoriale richiesto, hanno costi proibitivi per le esigue possibilità economiche di Sofia.

L’unica restauratrice in grado di ripristinare le tele compromesse di un’antica mongolfiera, esemplare unico, aggiudicata a colpi di stratosferici (per rimanere in tema) rilanci dell’indomito Payne.

Vincitore del prezioso cimelio nell’ultima vendita all’incanto presso la famosa casa d’aste parigina.

Un lavoro di restauro, il cui compenso coprirebbe ampiamente le spese necessarie a dare vita all’opera scientifica di Obreskov.

Una proposta di lavoro che Sofia rifiuta.

Le pressioni di Edmund incalzano. Il collezionista ha sperimentato in prima persona l’azione terapeutica beneficiata con nuove sfide. Corroborate da storie. Parole, ricerche, confronti in grado di colmare assenze. 

Vuoti affettivi umanamente incolmabili.

Creati, anche per Edmund, dalla morte inaspettata di un compagno amato.Per un’intera vita.

La giovane vedova non potrà che capitolare alle dolci e decise insistenze, accettando l’incarico. Per il buon esito dell’impresa – una volta rinato, l’aerostato inaugurerà uno straordinario museo tematico sui pionieri del cielo – Sofia si trasferirà a Chambery in Savoia.

L’incontro con Pauline, giovane donna, erede di una libreria di antiquariato, aprirà orizzonti storici inediti.

Le vicende dei primi navigatori alzatisi in volo nel 1784, costruiranno uno sfondo di memorie e gesta fantastiche.

Iniziative costellate da delusioni e dolori. Unite a emozioni indicibili. Essenze di una felicità cercata e accarezzata.

Le biografie del passato integrano le mancanze. Assenze di persone, legami di sangue non pervenuti. Carenze relazionali patite dalle giovani donne. Riconosciutesi in uno specchio inconsapevole di lacrime. Lastricate dal ghiaccio di un inverno precoce alle porte. Scaldato dalla condivisione solidale di uno scambio professionale. Tramutatosi in una complicità amicale.  

Una convivenza accomunata dallo sforzo quotidiano di compiere un ingegno eccezionale. Simile al sogno fiabesco di un fanciullo.

Benedetta Cibrario. Fonte: pagina facebook della scrittrice.

Le trame, allineate con delicato garbo, nel turbinio delle fasi storiche, non pesano le zavorre delle assenze. Dei volti che non potranno essere più scorti.
La Cibrario declina le memorie delle esistenze, le esperienze trascorse in una nuova dimensione.

Che, senza scomodare sogni d’immortalità, rendono viva ogni parola pensata perduta.

Dove gli ultimi giorni possano mutarsi nei primi.

In una nuova stagione della Vita. 

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