Lucio, universo di arti e umanità. L’opera in musica e immagini realizzata da Massimo Poggini. Le tracce del visionario bolognese vivono nella vita di amici e testimoni.

“Raccontava Lucio: Un giorno Paola Pallottino mi portò il testo di Gesùbambino, che nacque per quello che era: come canzone antica, ma in senso qualitativo. La feci in due minuti. Ero alle Tremiti con Paola, senza il pianoforte, cioè alla cieca. Cantandola, mi venne fuori la canzone. Alla maniera del cantastorie…”

Sono trascorsi oltre undici anni da quel giovedì primo marzo del 2012. Il ricordo di chi scrive queste note rivive un pranzo fugace prima di iniziare il turno pomeridiano al lavoro.

Interrotto bruscamente dalla notizia appresa dall’edizione del tg2. La scomparsa di Lucio Dalla, era stata diffusa poche ore prima, per la prima volta, con un tweet postato alle ore 12.10, dai frati della Basilica di San Francesco d’Assisi.

“E’ morto Lucio Dalla, dolore e sgomento della comunità francescana conventuale di Assisi per l’improvvisa scomparsa del cantautore di Dio. I frati del sacro convento sono sicuri e certi che San Francesco lo accoglierà per portarlo alla presenza del Signore. Lucio Dalla è morto dopo aver fatto colazione. Un attacco cardiaco l’ha stroncato mentre si trovava in Svizzera per una serie di concerti”.

I passaggi richiamati sono tratti da alcune pagine del saggio “Lucio Dalla. Immagini e racconti di una vita profonda come il mare”, realizzato da Massimo Poggini per i caratteri di Rizzoli nella collana BUR. Disponibile in libreria sin da marzo 2022, il progetto editoriale si avvale della prefazione di Silvana Casato Mondella.

“Da quando Lucio non c’è più ho iniziato a misurare il tempo secondo un personale spartiacque a cui ricorro ogni santo giorno, una specie di a.L. e d.L., senza essere naturalmente irrispettosa verso la cronologia di nostro Signore. Stessa cosa mi capita da quando anche mio marito, Michele Mondella, ci ha lasciato, ultimo atto di una morte che ha cominciato a correre verso di lui lo stesso giorno in cui si è spento Lucio…”.

Dalle prime righe di questo libro, il lettore entra – grazie alla vasta competenza  nella ribalta musicale italiana di Poggini, biografo di artisti del calibro di Vasco Rossi naturalmente in un vero e proprio Dallumanesimo, se possa essere consentito un simile termine. 

Massimo Poggini. fonte: pagina facebook.

Le trecento trentaquattro pagine del libro, più propriamente un vero atlante, considerato il formato, sono accattivanti sin dall’originale copertina.

Di particolare suggestione nello splendido ritratto di Lucio. Realizzato da un eccellente professionista nelle visioni musicali, il fotografo Fabio Lovino.

La galleria fotografica, corredata di contenuti didascalici riferiti a innumerevoli fasi nella vita di Dalla, riveste un peso determinante nella unicità del lavoro. 

Una catarsi nella vita terrena dell’artista. Resa struggente nel progetto grafico di Lorenzo Gianni.

La partecipazione corale alla realizzazione di questo saggio è coerente alle innumerevoli voci di testimoni raccolte. Ognuna delle quali in grado di offrire uno sguardo diverso in quel Dallumanesimo sopra citato.     

Tutte le iniziative che vivono e si sviluppano sul pianeta Lucio Dalla, sin dalla sua prematura scomparsa – non ultima quella promossa con la curatela di Alessandro Nicosia e il contributo della fondazione Dalla (https://www.laltraribalta.it/2023/03/11/ottanta-voglia-di-napoli-al-mann-apre-la-mostra-evento-su-lucio-dalla-nel-giorno-del-suo-compleanno/) –

nulla  hanno a che fare con commemorazioni rituali o processi di beatificazioni, utili per altri fini. 

Opposti a quel naturale moto vitale di curiosità crescente con l’evolversi della vita.

Manifestatosi in forma evidente sin dai primi anni di vita dell’artista.

L’indagine minuziosa di Poggini integra, con uno sfondo sonoro e commovente in tutto il percorso narrativo, l’eccezionale corredo genetico di talenti con una generosità spesa allo spasimo dal visionario bolognese.  

“Quel ragazzino era talmente dotato che dopo poche settimane iniziò a oscurare quello che in teoria era il primo clarino, cioè Avati. Il quale presto si sentirà così frustrato da abbandonare per sempre il suo sogno di diventare una star del jazz per iniziare una fortunata carriera da regista.”

Nella vasta comunità musicale italiana è davvero complicato immaginare l’intera schiera di colleghi in credito con lo scautismo e la generosa ospitalità – termine compiuto – nello stile di vita quotidiano di Dalla.

L’imprimatur canoro per Lucio Carboni e la scrittura del bellissimo brano “Canzone”, dedicata ad una vicenda personale di Samuele Bersani, sono alcuni fra gli aneddoti più significativi. 

Non mancano la menzione di errori anche grossolani, compiuti in diverse fasi della sua intensa vita. Probabilmente il più grave, aver ostinatamente snobbato l’invito del suo medico di fiducia nel rinviare l’ultima sua tournée, conclusasi nel tragico epilogo in Svizzera. 

Il travagliato rapporto con Roberto Roversi e qualche scelta infelice su alcuni brani fuori contesto o la partecipazione in progetti, non sempre all’altezza delle situazioni.       

Il genio artistico di Lucio Dalla si è espresso in tanti settori delle arti contemporanee da renderlo un mito.

Icona internazionale della  Cultura italiana.

In ogni linguaggio artistico nel quale ha lavorato, dal Cinema al Teatro, dalla Televisione alla Lirica, ha impresso la sua cifra visionaria, frutto di una scoperta continua nella vastità del Creato.

Ogni storia che nasce in questo libro ne produrrà altre legate alla vitalità di un genio che ha accompagnato la vita di almeno due generazioni.
La sua eredità per le nuove che verranno, è garanzia per:
“…tutta la vita. A far suonare un pianoforte. Lasciandoci dentro anche le dita.”
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