La rivoluzione gentile di Renato Soru approda a Sassari. Tutto esaurito al teatro Astra per la coalizione guidata dal candidato presidente di Sanluri.

“Il candidato migliore lo decideranno i sardi, su questa base possiamo sempre incontrarci. Non sarò mai io a chiudere la porta perché so bene che dobbiamo dare soluzioni e proposte nuove per il bene dei sardi”.

Renato Soru Sassari Teatro Astra 25.11.23

La chiosa con la quale Renato Soru si appresta alla conclusione del suo intervento fra gli applausi delle centinaia di sassaresi che hanno riempito l’intero teatro Astra in viale Cossiga, nella fredda serata del 25 novembre, potrebbe rappresentare un nuovo inizio di ripartenza per un percorso unitario e condiviso delle forze politiche di una rinnovata alleanza.

Il fu “campo largo” è oramai espressione sdoganata, assimilabile forse a un anatema almeno per l’alleanza civica e progressista dell’ex governatore.

Ideatore dell’innovativo Progetto Sardegna che lo condusse nel 2004 a vincere le elezioni regionali con un ampio schieramento civico politico di centro sinistra.

Dopo circa quattro lustri il laborioso tentativo di ricomporre un’alleanza coesa in grado di superare il polo di centro destra, ma soprattutto capace di offrire una inedita visione di sviluppo per l’isola dopo l’ultima legislatura che volge al termine; ritenuta fra le peggiori consiliature, nella storia dello statuto regionale sardo

(https://www.laltraribalta.it/2023/06/13/ripartire-con-la-rinascita-della-sardegna-a-cagliari-i-progressisti-nel-segno-dellunita-pronta-lalleanza-democratica-per-le-imminenti-sfide-elettorali/),

si scompone nel vano tentativo di riconoscere un metodo condiviso per selezionare il candidato governatore unico.

Capace di rappresentare tutti i soggetti politici civici-progressisti e le varie sensibilità della società civile sarda. Ritrovatasi a Cagliari nell’assemblea pubblica dello scorso 9 giugno e nei successivi tavoli di concertazione politica.

Pertanto sulla ribalta dell’assise sassarese che replica il primo incontro dello scorso 11 novembre al Teatro Doglio di Cagliari, prendono posto gli esponenti di Progetto Sardegna, Progressisti, Liberu, +Europa e Upc insieme con i delegati di associazioni e movimenti civici aderenti alla nuova iniziativa soriana.    

Pronta a proseguire il percorso preelettorale contrapposta all’alleanza di centro sinistra, a trazione 5S (secondo gran parte degli aderenti al nuovo P.S. e non solo)  che ha annunciato la pentastellata Alessandra Todde, candidata alla presidenza della Regione Sardegna. 

Antonio Satta Upc

Il dato saliente, emergente in tutti gli interventi dei relatori, moderati dalla giornalista Laura Fois, è riconoscere l’avversario da battere, proprio nell’altro “pezzo di centro sinistra”, già campo largo.    

Nessun riferimento alla confermata alleanza di centro destra, anch’essa – strano ma vero – spaccata nel duello fra Psd’az/Lega e Fdl.

Dove insiste ancora una contrapposizione sulla scelta del candidato alla guida RAS.

Coerente alla non idilliaca coabitazione nell’esecutivo nazionale fra la Premier Meloni e il suo vice Salvini. 

Nessuna citazione sull’attuale governo regionale presieduto dal governatore Solinas, in fine mandato, sulla natura dei risultati (non pervenuti) espressi in questa ultima legislatura.

Iniziata fra gli ettolitri di latte versato sulle strade dell’isola nella dura vertenza degli allevatori sardi (nel febbraio 2019) e continuata nella drammatica stagione della pandemia da covid19.

La società civile sassarese

Dove una delle memorabili vicende collegata all’attuale giunta, rimane l’inqualificabile “pranzo di lavoro” di una quarantina di commensali, in piena quarantena e zona arancione, in un noto hotel di Sardara.

Decisamente apprezzabili gli interventi, in controtendenza, del consigliere regionale  Gianfranco Satta (progressisti Sardegna) e del sindaco di Nuoro Andrea Soddu, già candidato in quota PD alle ultime elezioni europee.

Gianfranco Satta

Entrambi protesi, oltre ogni sforzo possibile, nell’ampliare ogni spiraglio utile a compattare e riunire tutte le forze politiche della originaria alleanza.       

Andrea Soddu

“Rimettiamo al centro gli interessi dei sardi. Lo dico con forza anche da questo palco: possiamo vincere da soli.” 

Quest’ultima esortazione di Soru enuncia un evidente ossimoro.

Sacrosanta la prima affermazione. Alquanto velleitaria la seconda.

Legittimo l’entusiasmo di una platea (con una età media sui 50: dove siano gli eventuali  giovani interessati e gli studenti universitari, locali o fuori sede, non è dato sapere) toccata nelle corde giuste dall’accorata fabula del Presidente.

Che ringrazia pubblicamente i giornalisti presenti sino alla conclusione della conferenza.

Andrea Soddu

Ai quali è demandato il ruolo di diffondere e spiegare a cittadini e lettori l’evoluzione delle cronache politiche. Un compito decisamente delicato. A prescindere dagli incerti scenari prossimi futuri e dalla reiterata narrazione del legame (sudditanza) con i partiti e le istituzioni romane.     

Sarebbe a dir poco paradossale, dover registrare il lavoro quotidiano, fianco a fianco, dei parlamentari sardi di opposizione, impegnati quotidianamente all’unisono, sui temi più gravi e stringenti dell’isola (dai trasporti, al caro voli, ai trasferimenti delle risorse dovute per l’insularità sancita in Costituzione e via dicendo) nelle sedi istituzionali romane. Trasformatosi in clava da brandire fra gli stessi colleghi.

Agguerriti antagonisti nell’isola per contendersi il governo istituzionale della loro stessa regione.

Una rivoluzione gentile. Sassari Teatro Astra 25.11.23

Spiegarlo agli elettori, soprattutto attrarli alle urne, sarà una sfida davvero ardua.   

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