Verso il 25 febbraio. Alessandra Todde presenta a Sassari il programma elettorale per le elezioni regionali. Entusiasmante bagno di folla. Oltre mille i partecipanti dal sassarese.

“La Sardegna si sceglie! Io rimarrò in Sardegna. Non ho dubbi sul risultato. Perché noi dobbiamo essere i primi a crederci!”

L’urlo di entusiasmo con il quale Alessandra Todde si congeda dal palco del teatro Verdi, vale molto più di una promessa. Una sfida ardua che riconosce nel “momento del noi” non più uno slogan elettorale.

Alessandra Todde al teatro Verdi

Bensì la consapevolezza di riconoscere “gli strumenti dell’autonomia statutaria per metterli a terra”.

Entra nel vivo e si accende la campagna elettoraleper il rinnovo della giunta regionale in Sardegna.

Proprio la giornata del cinque gennaio potrebbe costituire uno spartiacque rispetto ad un percorso politico delle formazioni in campo avviato in una modalità non proprio incoraggiante.

Soprattutto nelle aspettative di un potenziale corpo elettorale ancora distante e poco coinvolto in una offerta politica ancora poco percepita.  

Quaranta giorni dopo il debutto sassarese dell’alleanza civica di centro sinistra guidata dall’ex governatore Renato Soru (https://www.laltraribalta.it/2023/11/27/la-rivoluzione-gentile-di-renato-soru-approda-a-sassari-tutto-esaurito-al-teatro-astra-per-la-coalizione-guidata-dal-candidato-presidente-di-sanluri/),

torna in ribalta a pieno titolo la coalizione del “campo largo”.

Che in un articolato percorso di concertazione (evidentemente non coerente alle comuni originarie aspettative alla luce dell’attuale frattura con i soriani: https://www.laltraribalta.it/2023/06/13/ripartire-con-la-rinascita-della-sardegna-a-cagliari-i-progressisti-nel-segno-dellunita-pronta-lalleanza-democratica-per-le-imminenti-sfide-elettorali/ ), ha riconosciuto nella deputata pentastellata di Nuoro, già vice ministro al Mise nel governo di Mario Draghi; la candidata alla presidenza della prossima giunta regionale sarda.   

Introdotta dal giornalista Adriano Porqueddu, Alessandra Todde entra sul palco pochi minuti dopo le 18.00.

Adriano Porqueddu intervista Alessandra Todde

In completo nero, minuta e sobria nel portamento, possente e perentoria nei contenuti. Il suo incipit infiamma la platea, in un compendio discinto e passionale.

Scevro da alcun tono populistico, presente inconsapevolmente in tanti comizi elettorali di piazza. Smentisce quasi se stessa, il suo ruolo politico quando precisa: “non sono un capopopolo né un condottiero. Solo un rappresentante di persone (richiamando le origini dei portavoce del primo M5S -ndr) che vogliono cambiare questa regione”.

Oltre mille i presenti in teatro.

Le linee programmatiche nel pragmatismo coinvolgente della Todde emergono limpide nello scenario sociale sardo, devastato e ridotto in cenere.

Si richiamano a un termine evidentemente abusato e svilito nel dibattito politico di lunga data. Puntualmente eluso in Sardegna: la programmazione.

Una disciplina inderogabile nella vita istituzionale gradualmente diradata nell’indolenza e nel costante arretramento vittimistico. Atteggiamento trasversale in tutte le forze politiche regionali avvicendatisi nei lustri passati. In una postura strutturalmente subalterna nel complicato confronto istituzionale con il governo nazionale.  

Da ricordare questo passaggio:

“Per tre anni e mezzo ho servito due governi ed era frustrante, vi posso garantire, essere sarda, vedere tavoli interessanti, giusti e importanti per la Sardegna dove non c’era neanche la decenza della partecipazione magari di qualche assessore, non parliamo di un presidente che non si faceva mai vedere. E tutto questo è indice di quello che è stato portato avanti. Noi abbiamo avuto per tre anni il fatto di non avere il direttore del CRP nominato, sapete cos’è il CRP? Il centro regionale di programmazione. Ma un’isola che non programma, un’isola che non investe i soldi che gli arrivano in progetti che possono portare avanti il loro futuro, che isola può essere?”

L’incontro non si riduce nel monologo della candidata.

L’avvio musicale di Beppe Dettori e le incursioni comiche di Michele Manca (Pino & gli Anticorpi) stemperano nella convivialità i cardini politici da sciogliere in un arco temporale parziale e limitato.

In questo obiettivo risultano efficaci quattro contributi di altrettanti relatori competenti nei settori altamente prioritari nel governo dell’isola.

Senza dubbio Veronica Dessì, neuropsichiatra infantile presso l’azienda ospedaliero universitaria di Sassari, non poteva offrire un quadro diverso quanto paradossale. Drammaticamente aderente ad una realtà cruenta. Davvero indicibile, proprio perché nessun media locale o nazionale, ricorda, ad esempio, il tragico primato nazionale detenuto dalla Sardegna. Con il più alto numero di suicidi.

Giovanni Ligios (sindaco di Osilo) – Veronica Dessì, neuropsichiatra infantile con A.Todde.

Soprattutto nell’età preadolescenziale. 

Una testimonianza a dir poco disarmante: la più vera, oscena e intollerabile per qualsiasi luogo riferibile ad una società civile di un paese occidentale.

Pier Luigi Ledda, segretario generale CISL di Sassari, Sergio Scavio, regista, operatore culturale, Giovanni Ligios, sindaco di Osilo, delegato al PLUS Anglona – Coros – Figulinas, completano una portata di suggestioni sulle quali la Todde poggerà i focus sintetici del programma di governo.  

La Sanità è l’opera monstre.

Non solo per la portata di spesa che assorbe la gran parte delle risorse nel bilancio regionale.

”La sanità deve rimanere pubblica. Non bisogna demonizzare la sanità privata, perché la sanità privata serve. Deve servire per accompagnare, deve servire per arricchire l’offerta, ma non deve servire per sostituire Todde, perentoria, rilancia – La prima risposta è ricostruire la sanità territoriale. Come possiamo fare per ricostruire la sanità territoriale, che è un problema grande, visto che appunto è stata smantellata? Beh, intanto cominciando da quello che abbiamo a disposizione, una cornice, che è quella del PNRR, che ci dice che ci servono i distretti, che ci servono le case della salute, che ci serve mettere tutta la catena a regime e fare massa critica con i medici, con gli operatori del territorio. Anche con le farmacie”.  

Dalla Sanità si aprono come matriosche, cantieri da aprire e chiudere. Possibilmente entro tempi definiti. Non come quelli infrastrutturali: la quattro corsie della Sassari –  Olbia, inaugurata, senza la conclusione, sin dagli anni novanta.

Il benessere dei minori come lotta allo spopolamento e alla denatalità. La scuola e i trasporti interni. La continuità territoriale e il comparto unico negli enti locali.

A.Todde con Pier Luigi Ledda (CISL SS) e Sergio Scavio (regista).

Sull’istruzione e la formazione l’umiltà talentuosa di Alessandra – ingegnere informatico, nominata nel 2018 fra le 50 Inspring Fifty Italiane; quattro anni dopo il riconoscimento della delegazione sarda dell’Associazione Imprenditrici e Donne Dirigenti di Azienda, come Imprenditrice dell’anno –

illumina la memoria di autorevoli concittadine. Piccole e sconosciute alla pratica smodata dell’auto referenzialità, grandi e immensamente amate per i contenuti universalmente riconosciuti nelle loro attività. Pensiamo allo stile modesto della Maria Cosima Damiana, nota Grazia Deledda, seconda donna al mondo a vincere nel 1926 (prima italiana) il premio Nobel per la letteratura. Al pari di Antonietta Chironi, amata soprano, prematuramente mancata nel 1996, fondatrice dell’Ente Musicale di Nuoro.

Veronica Dessì (neurospsichiatra AOU SS) con A.Todde

Non basta mai tornare a ricordare i patrimoni culturali veri beni dell’Umanità che hanno origine nell’isola. Bene fa, a prescindere dal ruolo politico, Todde, ad affermare la necessità di dare contezza e conoscenza alle nostre generazioni più giovani.

Usa un aneddoto personale citando un libro sulla civiltà nuragica, donato ai suoi nipoti sardi residenti nella penisola, ignari sugli orizzonti autoctoni dell’isola.

“Nessuno può arrogarsi la facoltà di dare patenti di sardità!”.  

Per questo l’istruzione assume un assetto fondamentale.

Così come nel 2024, ricorrono i cento anni della nascita della radio, è sempre utile ricordare che il primo annuncio della fine della seconda guerra mondiale, fu dato il sette maggio del 1945 dal giovane caporale Quintino Ralli, fondatore a Bortigali della prima radio libera italiana: Radio Sardegna.   

La coalizione che dovrà realizzare il programma su queste urgenze, diventa una comunità, sul palco del Verdi. Con tutti i rappresentanti delle attuali undici liste che dovranno camminare insieme.

Adriano Porqueddu presentatore della serata al Verdi.

Un’impresa titanica che alza l’adrenalina in platea e sui loggioni.

Oltre i delegati dei partiti che occupano la prima fila, un pubblico variegato è attento e mostra l’attesa di un cambiamento che non è pervenuto. Non solo nell’ultima legislatura.

I rappresentanti del “campo largo”.

Presenti diversi esponenti dei progressisti di Massimo Zedda, attualmente aderenti all’alleanza promossa da Renato Soru.

In queste utime ore (sembrerebbe), pronti ad un ponderato rientro nel sostegno al “campo largo” della Todde.

Sulle possibilità di ricomposizione Alessandra Todde non chiude alcuna porta.

L’avversario da battere è la coalizione delle destre, a prescindere da ne sia il candidato scelto: “Truzzu, Solinas o Biancaneve”

Al dialogo, sempre necessario, devono seguire fatti.

Per un recupero serio delle condizioni di vita dei sardi.

Il congedo dal palco.

Bruciare l’ennesima occasione non servirà alla reiterata caccia dell’ultimo capro espiatorio.

E’ tempo di scelte responsabili.

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