“OJS meets Fabio Concato”. Straordinaria serata a Sassari. Dopo circa sei anni, il ritorno del cantautore milanese insieme alla big band diretta dal maestro Gabriele Comeglio. Teatro Comunale gremito. Eccellenti gli orchestrali con la superba esibizione di Antonio Pitzoi.

“Sono venuto in moto, non mi sono soffermato allo specchio…”

L’ingresso goliardico sul palco di Fabio Concato giustifica una fluente chioma bianca, piuttosto indomita, rispetto al sobrio outfit scuro.

Pubblico da tutto esaurito al teatro comunale di Sassari, nella serata fredda, grondante di pioggia battente. Che da giorni accompagna le folate di maestrale sul nord Sardegna.

“OJS meets Fabio Concato” è lo speciale progetto sostenuto con il patrocinio del Comune di Sassari e il contributo dell’Assessorato alla Cultura della Regione Sardegna, del MIC e della Fondazione di Sardegna.

Lo spettacolo andato in scena mercoledì sera, 28 febbraio, rinnova il felice incontro tra la big band sassarese, una fra le orchestre jazz più longeve e attive in Europa, con uno dei maggiori interpreti nazionali della musica d’autore.

A circa sei anni dall’ultima splendida esibizione primaverile nella stessa location 

(https://www.laltraribalta.it/2018/05/19/fabio-concato-e-orchestra-jazz-sardegna-il-fiore-di-maggio-a-sassari/),

il terzo appuntamento insieme, secondo la conta del maestro Gabriele Comeglio– affettuosamente adottato nella grande famiglia dei jazzisti sassaresi –

regala rinnovate emozioni al pubblico delle grandi occasioni, ai musicisti in ribalta.

Alcune suite dell’orchestra scaldano l’ambiente, con il mood che sale insieme all’applauso del pubblico. Incessante dopo il primo brano di Concato: “Buonanotte a te”.

Al termine di oltre due ore di spettacolo, in un racconto familiare, saranno diciotto le canzoni interpretate e riarrangiate in versioni capaci di offrire nuove sensazioni contemporanee.

Con i testi datati e sempre più amati.

“051 / 222525” (Telefono Azzurro)” scritta nel 1988 è un pegno d’amore e d’impegno civile per il cantautore che ne ricorda la promessa fatta al presidente dell’omonima associazione, di eseguirla in ogni concerto.

Insieme ai pezzi che hanno segnato la sua lunga carriera: “Fiore di maggio” – “Speriamo che piova” – “Ti ricordo ancora” ; Concato rinnova la sua consueta fabula con il pubblico.

Replicando aneddoti o “min****te“, fa lo stesso, seppure già ascoltate nelle precedenti occasioni.

 Cambiano gli arrangiamenti musicali che annullano le distanze temporali, nonostante i ricorsi ironici del nonno cantastorie. Che ricorda di aver superato le settanta primavere.

Si supera l’Orchestra nel controcanto di Concato, con una sessione fiati impeccabile. Capace di entrare puntualmente nei tempi, non sempre disciplinati, del solista.

Più volte denunciatosi sprovvisto di una scaletta, in ogni caso sbagliata.

In linea, va da sé, con le partiture e i solo jazz.  

Che esaltano la sessione acustica.

Con Mariano Tedde, eccellente nel supporto alle metriche rallentate dal cantante.

Con Luca Piana alla batteria, Alessandro Zolo al basso elettrico, una menzione particolare per Antonio Pitzoi.

 I suoi soli alle chitarre sono impeccabili.

 Gli evergreen accendono viaggi temporali nelle età adolescenziali degli  spettatori in sala. 

Coinvolti in un contatto fisico con l’istrionico lombardo che si allunga in platea sulle note di una rocambolesca “Rosalina”.

Non può mancare la “Domenica bestiale” che compie i quarantadue anni. Al pari di “Gigi”, la più bella nel suo repertorio, dedicata al suo papà.

 Nella poesia di Concato, sospesa fra l’ansia della solitudine e lo sguardo rivolto al mare, risalta lo swing, funky jazz insito in “Sexi tango”.  

La sensuale ballata d’amore, scritta nel 1984, insieme ai brani cantati con il pubblico:

“Tienimi dentro te” – “Guido piano” – “Fiore di maggio”.

 Saranno due i bis al termine della bellissima serata:

 “Rosalina” e “Non smetto di aspettarti”.  

“Mi manchi. Non te lo dico mai. E i viaggi sono tanti. Ma so che tornerai”.

 Schiude il sipario e già manca la sua voce rassicurante e possente. Tornerà ancora.

 Mentre l’Orchestra Jazz della Sardegna guidata dall’inossidabile Gavino Mele, ci aspetta ancora prima. Fra pochi giorni, con l’avvio dell’edizione primaverile di Jazzop 2024.

 Tre imperdibili appuntamenti. A presto.

 

 

 

 

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