«La polifonia è garantita, la meraviglia pure: questo è uno dei numeri più belli di sempre, di certo il più chic.»
Il congedo della prefazione di Nadia Terranova all’undicesimo numero di K, la rivista letteraria della testata online LINKIESTA, conclude nel modo più elegante una presentazione di un numero speciale. Capace di coniugare la bellezza stilistica sartoriale che trova a Milano la sua culla di pregio internazionale con l’emozione orante di una raccolta di tredici storie.

Cucite con il filo prezioso di una letteratura intonata sul tema. Proprio come i colori di un outfit pregiato in mostra durante la kermesse milanese. Un appuntamento fra i più importanti nei nuovi orizzonti delle tendenze emergenti e creative nella moda mondiale.
«Marco disegnava ritratti e soprattutto bozzetti, da grande avrebbe fatto lo stilista, non era un sogno, una proiezione sul futuro, era piuttosto una realtà in embrione, già tutta dentro di lui. Io la riconoscevo quella smania di essere già chi sarebbe diventato, perché ero come lui: mi sentivo una scrittrice, anche se il mondo non lo sapeva e chissà se lo avrebbe mai saputo.»
L’introduzione al numero della stessa direttrice editoriale è un brevissimo intenso racconto tratto dai ricordi – quasi sempre i più belli – della sua infanzia. Vissuta in buona parte sui banchi di scuola. Insieme con Marco. L’amico talentuoso dal percorso artistico già assaggiato in quella stagione lontana. Probabilmente spensierata.
«Marco e io eravamo compagni di banco: due che attraversano l’adolescenza sapendo che alla fine ci sarà il vero sé, o qualcosa del genere. (Oggi, sono sempre di Marco i vestiti con cui vado ai premi letterari, e mi sento protettissima, come accade solo quando hai accanto, anzi addosso, le persone che ti hanno vista quando gli altri non ti vedevano).»
E poi il mondo, almeno una importante parte di esso l’avrebbe conosciuto il bellissimo percorso professionale, artistico – aggiungerei – di quei due adolescenti di belle speranze. Coltivate e realizzate in progetti autorevoli. Non posso non ricordare l’ultimo capolavoro letterario della Terranova, risultato al terzo posto con 117 voti all’ultima edizione del Premio Strega 2025. (https://www.laltraribalta.it/2025/06/26/la-genealogia-del-volersi-bene-quello-che-so-di-te-un-vibrante-diario-di-famiglia-nellultimo-romanzo-di-nadia-terranova/)
L’approdo ai contenuti del volume, realizzato con i contributi alla comunicazione della Camera Nazionale della Moda Italiana – il presidente Carlo Capasa ne aggiunge un personale contributo sul valore aggiunto del linguaggio insito nella moda – è descritto con una prosa melodica che evoca il miglior Lucio Dalla.
Le storie di K MODA.
Sono tredici.
Fluttuano tra il fantastico, l’immaginario e il lavoro quotidiano.
Elementi di vita reale o surreale che, inevitabilmente poggiano i piedi su una ribalta. Una passerella dove lo spettacolo, la performance, la proposta offerta sarà apprezzata, amata. In modo diverso secondo quell’abito. Quella veste esteriore che se farà il monaco o meno, riuscirà a cambiare o condizionare le traiettorie di una platea.
In attesa di eventi, proposte o semplicemente di una compagna o un compagno di vita con il quale percorrere un tratto del nostro transito terrestre.
Dieci autrici, tre autori con altrettanti brevi spaccati su un panorama popolato da figure. Corpi che si muovono in giro per il mondo. Vestiti con le parole che colorano la loro vita. Eleganti anche quando denudati nella loro essenza.
Secondo lo stile narrativo delle scrittrice e degli scrittori intervenuti.
Saba Anglana attrice, cantante, provvista di una speciale dote genealogica intrisa di linguaggi mediterranei e africani, inaugura la serie con un suggestivo fantasy sulle rotte non scontate di una intelligenza artificiale non proprio affidabile.
Ester Viola chiude la raccolta con una suggestivo amarcord. Così nitido da chiudere gli occhi e percepirlo come un emozionante videoclip. Il ricordo di una nonnina campana in un piccolo paese dell’interno nella prima metà del Novecento. Un destino comune in tante micro comunità del dopo guerra. Dove la botta di vita per la maggior parte dei residenti si consumava una volta l’anno con la festa patronale. Occasione unica per sfoggiare l’abito buono. Per le ragazze l’opportunità di gareggiare a colpi di corpetti e completi da grandi magazzini per conquistare l’ambito trofeo da maritare.
Se nonna Teresa, era – guarda caso – un abile sartina sin da bambina, galeotto fu “il vestito per la festa.”
Nel mezzo una curata selezione di testi dove indumenti e abiti, accessori in pendant, non abbelliscono la trama come dettagli ornamentali. Bensì ne collocano i corpi più eterogenei nelle anime narrative che ammaliano i lettori.
Da Giada Biaggi a Claudia Durastanti; da Marcella Terrusi a Olga Campofreda sino a Jonathan Bazzi, Elvio Carrieri, Andrea Tarabbia. Senza dimenticare Valeria Parrella, Flavia Piccinni e Ilaria Gaspari.
Un pool di creatori sartoriali per rifarsi un guardaroba letterario da scaldare il cuore e la mente.
Nella bella squadra una citazione particolare merita il contributo di Annalisa De Simone, con La musa di Giorgio Armani. Un sontuoso affresco biografico sulla vita, sulla carriera di Antonia Teodora Dell’Atte, per lunghi anni prima collaboratrice – riduttiva definirla modella – nella immensa produzione del grande stilista piacentino recentemente scomparso. L’incontro nella sua Ostuni, narrato dalla giovane scrittrice (in libreria con il suo ultimo romanzo Ingrata edito da Nutrimenti) è un seducente gioco di specchi introspettivi.

Lo stile iconico della protagonista eguaglia la potenza narrativa, l’eleganza poetica dell’autrice.
La conclusione di questo elegante numero, ”di certo il più chic”, come già rassicurato dalla curatrice Terranova, è affidata ad una interessante appendice in una cifra internazionale.
Una esclusiva intervista di Chiara Barzini, scrittrice, fine intellettuale di ampia formazione d’oltre oceano, a Ottessa Moshfegh.
Una piacevole conversazione fra due esponenti Millennials dell’emergente produzione letteraria italo americana. La Moshfegh, americana nata a Boston, classe 1981, vive nel Sud della California. E’ autrice di Eileen. Il suo primo romanzo, selezionato per il National Book Critics Circle Award, per il Man Booker Prize, si è aggiudicato il PEN/Hemingway Award. I suoi quattro romanzi successivi, editi in Italia da Feltrinelli, sono stati bestseller internazionali.
L’esplorazione nell’interazione fra moda e parole, tramuta in una accattivante scoperta per il lettore. Accompagnato dall’eleganza della fabula a ”concentrarsi sui dettagli”.
Secondo la mission di questo particolare numero dalla provocante scelta cromatica della copertina.
Non da ultimo la galleria fotografica, forte di tredici scatti iconici (uno shoot per anticipare ciascuna delle tredici storie…). Mirabile anteprima con alcune primizie della collezione primavera estate 2026.

Dal 23 ottobre Linkiesta K Moda è distribuita nelle edicole di Milano e Roma, negli aeroporti e nelle stazioni di tutta Italia, nelle librerie indipendenti.
Disponibile all’acquisto digitale anche sul portale della testata https://www.linkiesta.it/2025/10/k-rivista-letteraria-11-moda/
Leggerla è una felice escursione in una saudade di ricordi e conoscenze.
Rileggerla, un atto di amore.
